Immagino lo stato d'animo del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Reduce da un grande successo personale a Bruxelles dove è stato in visita alle Istituzioni europee, si è dovuto reimmergere ieri sera nella fanghiglia italiana riguardante i pasticci nella presentazione delle liste in Lombardia e Lazio da parte del PdL. Parlo di "pasticci" non per una logica assolutoria, perché chi ha trafficato malamente con firme, code, listini lo ha fatto senza tener conto delle procedure di legge e le accorate invocazione alla democrazia sono risibili. Ieri si parlava di decreto legge, bocciato da Napolitano, che non poteva accettare un vero e proprio blitz in barba alla Costituzione che fissa paletti alla decretazione d'urgenza, oltretutto limitata anni fa dalla Corte Costituzionale e ciò ha evitato il vecchio sport nazionale della reiterazione infinita dei decreti legge. Sembrano tecnicismi, ma questo è sì argomento che delimita gli abusi a tutela delle regole democratiche. Vedremo ora le prossime puntate: certo i vecchi partiti, meno glamour e patinati, sapevano presentare le liste ed evitare errori puerili, che pare nascondano camarille al limitare della presentazione appunto per lotte intestine fra correnti interne. Facile prevedere, dopo le elezioni, rimescolamenti di carte nel centro-destra con ricadute anche in Valle.