I programmi, cioè l'insieme di proposte per il futuro del proprio comune, interessano o non interessano? Sono solo i candidati alla carica di sindaco (in coppia con il loro vice) a far scegliere gli elettori in una forte personalizzazione delle elezioni? E ancora: la definizione di una "bella" lista - ed è divertente "giocare" al totocandidato nei giorni cruciali - incide oppure no? Morti i comizi, impossibile l'utilizzo reale del sistema radiotelevisivo per la "par condicio", come contattare i cittadini? E' vero che l'insieme di questi interrogativi - il giorno in cui si chiude la presentazione delle liste in vista del voto il 23 maggio - vale soprattutto per Aosta, l'unica città che abbiamo, mentre nel resto dei paesi la dimensione più o meno piccola consente rapporti più umani nel solco di una politica più vicina. Il che non vuol dire assenza di scontri feroci, che già sono visibili in Comuni dove la lotta fra due liste sarà campale oppure dove le liste, anche con poche decine di elettori, sono addirittura tre. Da oggi siamo in campagna elettorale e in nessuna elezione ci sono tanti candidati!