Se si scorrono gli aumenti tariffari in vigore da domani sulle tratte autostradali in Italia, si va dal nulla di fatto della "Asti - Cuneo SpA" con lo 0,00 % all'incremento che peserà anche sui valdostani della "Quincinetto - Torino" della "Ativa SpA" con il 6,86 %. Su di una tratta di montagna simile alle nostre, la "Autostrada del Brennero SpA", l'incremento sarà dell'1,39 % ed è limitato anche l'aumento sulla "Autostrada dei Fiori SpA" in Liguria con il 4,70 % (simile anche l'incremento per la "Sitaf" in Val di Susa), sapendo che ci sono analoghi problemi manutentivi con gallerie e viadotti. Totalmente fuori media sono la "nostra" autostrada "Rav SpA" (Aosta - Monte Bianco) con il 14,15% e la "nostra" "Sav SpA" (Quincinetto - Aosta) con un iperbolico 18,95 % a conferma purtroppo di tariffe elevatissime. Uso le virgolette "nostra" perché in realtà la prima è dei Benetton e la seconda dei Gavio, i due principali gruppi gestori di autostrade in Italia, essendo la quota regionale minoritaria e di fatto ininfluente. Un tema antico, che mostra come la vigilanza dell'Anas sulle strutture in concessione sia una barzelletta e il tutto è peggiorato dal fatto che anche il sistema delle statali (26 e 27) è in mano, con pessimi risultati in investimenti e manutenzioni, all'Anas e dunque una Regione autonoma, come storicamente è avvenuto per la ferrovia, ha l'asse principale di comunicazione stradale in mano allo Stato e ai concessionari privati. Un "peccato originale" dell'autonomia, di cui ho spesso parlato nella mia attività politica, ma che sta diventando intollerabile. Certo, dell'aumento contingente, deve occuparsi alla ripresa la Commissione competente del Consiglio Valle di cui sono membro. A difesa degli aumenti, da parte dei concessionari, saremo travolti da tabelle, bilanci e automatismi negli scatti. Ma il tema purtroppo è più vasto ed è tutto politico e riguarda la nostra autonomia. Non a caso, almeno sulle strade statali, le Province autonome di Trento e Bolzano si sono "liberate" dell'Anas.