Spiace dover recitare il "De profundis" o il "Requiem" per la maggioranza autonomista in Regione. E' stato un progetto politico interessante, nato all'epoca della mia Presidenza, e sottoposto felicemente agli elettori con le elezioni regionali 2008, ma da tempo la strada del matrimonio dell'UV con il PdL era stata intrapresa. Dalle comunali di Courmayeur alle elezioni europee, dalle comunali di Aosta all’ingresso in Regione. La strada è stata a curve ma il guidatore sapeva da tempo dove andare e chi è oggi sul pullman e canta allegramente in coro dimostra di essere inconsapevole dei rischi per il cammino che verrà per gli uni ma anche per gli altri. D'altra parte, parlare ancora di maggioranza autonomista era quantomeno un eufemismo visto che buona parte della Fédération è ormai tutt’una con il PdL con un’ennesima piroetta degna di applauso, sempre che alla fine non si tratti di un rischioso salto mortale. Non è questione - lo dirò fino allo sfinimento - di una scelta fra Destra e Sinistra. Quelle ormai sono categorie logore e nel declino della politica italiana è difficile avere dei punti di riferimento, come se fossimo di fronte ad una bussola impazzita. Per prudenza, in questa fase confusa, sarebbe stato bene in Valle mantenere, per quelli che ci stavano ancora e non erano ormai "nel letto" di qualcun altro, la maggioranza autonomista nuda e cruda, ma il "Paese di Bengodi" che tra breve investirà la Regione (definita "autonoma" proprio perché dovrebbe distinguersi) - tra finanziamenti, prebende, concessioni, vantaggi e chissà quali mirabolanti scoperte - è targato PdL e chi non lo capisce o è scettico viene considerato come «fesso». Appartenendo alla categoria dei fessi e essendomi in più stato spiegato che «il "berlusconismo" gode di ottima salute» e dunque che sono solo un menagramo, ritengo che il tempo, come spesso avviene, sarà galantuomo. Requiem æternam...