Il prezzo dei carburanti è aumentato sempre di più negli ultimi mesi con un'"impennata Libia" ed ha trainato l'inflazione, che ha ripreso a galoppare dopo una calma piatta di stagnazione dell'economia, in un momento difficile con la "tegola Giappone" e - notizia di ieri - con la crisi politica in Portogallo, ora sul baratro della bancarotta. In questo quadro, in cui in molti invocavano per "raffreddare" l'inflazione una riduzione anche lievissima dei prezzi alla pompa attenuando la terribile pressione fiscale, il Governo Berlusconi fa l'inverso, aumentando di pochi centesimi le accise sui carburanti per finanziare la cultura (togliendo la tassa sul biglietto del cinema, ma chi se ne importa!). Una manovra improvvida, pensando oltretutto che - seppelliti i "buoni benzina" (e non ci torna sopra) - i carburanti, per le furberie delle case petrolifere che accampano costi di trasporto, da noi sono più cari che altrove e dunque una maggior imposizione fiscale pesa maggiormente. Sarebbe bene un'azione politica calmieratrice contro i prezzi alle stelle, semmai rivolgendosi alle Authorities che vigilano sul settore energetico e sulla concorrenza.