E' bene che i confini della rappresentanza politica della Valle d'Aosta a Roma riprendano le strade giuste, dopo che in questa Legislatura regionale ci sono state alcune stranezze. Credo di poter dire la mia in questa materia per aver vissuto per anni certe situazioni, sempre nel rispetto del dettato dello Statuto e delle prassi consolidate. Chi rappresenta la Valle d'Aosta è il Presidente della Regione, che delega per eventuali incontri, i propri assessori. Ci sono poi i parlamentari valdostani che hanno un loro ruolo legato alla particolarità del mandato e poco dovrebbe contare - in nome della logica istituzionale - il fatto che in questo momento ci siano due eletti di due diversi schieramenti. Nei primi mesi di Legislatura, nel cammino sin da subito stabilito dal presidente Augusto Rollandin, c'è stato un ruolo eccentrico, ad adiuvandum, del Popolo della Libertà locale (all'epoca teoricamente all'opposizione, come pattuito con i loro elettori) con la partecipazione di loro esponenti ad incontri politici a Roma sino al culminare di un "vertice" il 15 settembre 2010 con il presidente Silvio Berlusconi a "Palazzo Grazioli" (non a "Palazzo Chigi", sede vera della Presidenza del Consiglio). In parte di queste riunioni i parlamentari valdostani (o uno di loro due) non c'erano perché non invitati. Allora si diceva - anzi dicevano loro - che l'opposizione di centro-destra lo faceva in una logica bipartisan «per il bene della Valle», ma in parallelo vennero avanti le elezioni europee (2009) e le elezioni comunali ad Aosta (2010) con l'alleanza fra forze autonomiste e PdL. Fu spiegato, su mia richiesta in entrambe le occasioni, che - nel rispetto dei "niveaux différents" - questo non avrebbe mai avuto ripercussioni sulla maggioranza autonomista in Regione. Naturalmente, ma questo mi era chiaro, non era vero: lo scopo finale, prefissato da tempo, era l'alleanza Union Valdôtaine - PdL, concretizzatasi infine qualche tempo fa e che tra breve, con l'acquisto di "Deval", potrebbe sortire per i nuovi entrati il primo posto importante di sottogoverno. Ma, concludendo sui problemi di chi rappresenti che cosa, abbiamo assistito alla vicenda di un consigliere PdL che è andato solo soletto dal "suo" Ministro per parlare della Valle. Senza troppo entrare nei dettagli, non si trattava di quello che sarebbe stato un legittimo incontro fra esponenti dello stesso partito, ma sembrava una "missione ufficiale" in rappresentanza della Valle. E così saremmo di fronte ad una nuova tipologia, in ulteriore violazione delle norme scritte e delle consuetudini. Si può giustificare la buonafede delle persone e la generosità degli intenti, ma le istituzioni restano le istituzioni ed è bene che vengano ri-fissati ruoli e paletti per evitare sbandamenti e gaffes.