E' divertente come tutto sia relativo e come il bello dell'umanità stia nella varietà di comportamenti rispetto alla stessa cosa. Paese che vai, usanze che trovi. Quante volte abbiamo sentito parlare della pulizia della Svizzera e della reprimenda sociale, ancor prima che la punizione vera e propria, non solo per chi butti una carta per terra ma, in una logica più vasta, per chi non abbia cura della sua proprietà e non tenga comportamenti che una vecchia parola chiamava "urbani", nel senso di eleganza e cortesia. Ricordo un amico di Aosta, che vende macchinari a Singapore, che mi raccontava di quanto la pulizia sia un pallino per questo Paese asiatico, dove una gomma da masticare o una cicca di sigaretta gettati in terra costano carissime. Raccontano i valdostani che abitano in Cina dei problemi "culturali" di igiene domestica ben presenti anche in questa fase di grande sviluppo "capitalistico". Penso poi al lento abituarsi per i fumatori, pronti a tutto, a essere limitati nella loro libertà personale con vere e proprie persecuzioni in certi Stati americani, imponendo per legge la tutela della salute degli altri laddove non ci sono mai riuscite delle regole di "bon ton". Questo elementare comportamento civico, ormai spesso assente, si sostanzia nel bel termine desueto di "civismo" (coscienza dei propri doveri civici da parte del cittadino, che lo porta a rispettare le regole della convivenza), parola transitata in italiano dal francese settecentesco. Purtroppo il riferimento ad un comportamento personale che si espande in una logica più vasta di attitudine sociale, nel senso proprio di comunità, è spesso in Valle deficitario e non mi riferisco alla politica. Mi riferisco, semmai, a elementari comportamenti di ordine e di decoro che purtroppo non fanno più parte del patrimonio comune. Il disordine di certe frazioni, le baracche e baracchine, oggetti e paccottiglie abbandonate al bordo della strada. Un disordine avvilente per un piccolo popolo alpino che non ci sono dubbi che con il cuore adori la propria terra e cada poi nell'applicazione di questo afflato sentimentale. Forse si tratta alla fine di niente altro che di educazione.