La "Tempesta di Natale" sembra aver risparmiato il versante sud delle Alpi, anche se piove ininterrottamente da molte ore nei fondovalle e si sa che questo comporta sempre qualche rischio. Tra oggi e domani inizia per il turismo invernale il periodo di maggior concentrazione di turisti e saranno una dozzina di giorni importanti per il bilancio complessivo. Par di capire, visto che non si è approfondito l'uso di strumenti scientifici istantanei che consentissero forme credibili di rilevamento, che le attese degli operatori turistici - specie gli albergatori, che rappresentano un pezzo importante del sistema - siano piuttosto buone. E questo e del tutto confortante, tenendo conto del contesto di difficoltà dell'economia, che alimenta una contrazione dei consumi. Lo si è visto con il periodo pre-natalizio nel commercio, dove mancano meccanismi ex post, come invece avviene con gli arrivi e presenze nelle strutture ricettive. E' un autentico peccato che per il commercio non ci si nulla di strutturato e di metodico, perché le sole percezioni personali e il sommarsi delle lamentazioni dei singoli finiscono per non restituirci con esattezza le situazioni del momento. Anche se, purtroppo, resta - incombente su tutto - la diminuzione di una serie di tassazioni sul fronte delle entrate, che in Valle d'Aosta alimentano le casse regionali e accentueranno in prospettiva quei problemi già derivanti dal mancato funzionamento dell'ordinamento finanziario che regola il rapporto fra Stato e Regione autonoma. Forse, al di là dello scontro politico al calor bianco fra maggioranza e opposizione in Consiglio Valle, dove l'equilibrio dei diciotto voti a diciassette continua ad alimentare attese di cambiamento, colpiscono - pur da fronti diverse - le parole del giovane presidente degli albergatori, Alessandro Cavaliere, e del segretario del sindacato valdostano "Savt", Guido Corniolo, nel corso delle rispettive assemblee. Entrambi, ovviamente con modi e toni diversi, hanno parlato di un modello valdostano in via di esaurimento e della necessità di un cambio di prospettiva e di marcia. E' presto per dire dove porteranno questi elementi, in parte nuovi in logiche associazionistiche di "parti sociali" (spesso in Valle ferme da decenni), ma verrebbe da dire "eppur si muove!».