Francesco Nex aveva fama di uomo senza peli sulla lingua, cui stavano terribilmente antipatici i politici, messi assieme in una sua lista nera. Con me, le volte in cui ci siamo trovati, era sempre stato gentile e dialogante, forse perché aveva avuto - anche se non ne ho mai conosciuto gli esatti contorni - un'amicizia giovanile con mio papà e con qualcuno dei suoi fratelli. Non stupisce in una Valle piccola com'era di certo quella sua giovinezza e, tutto sommato, quella del dopoguerra. Credo poi che la schiettezza, che per i più è un difetto, ci accomunasse. Per cui, quando ero presidente, ebbi il piacere di doverlo contattare, per il possibile ottenimento del titolo di "Chevalier de l'Autonomie", che certo gli spettava per il suo curriculum di artista e per come la sua fama aveva illustrato nel mondo la Valle d'Aosta. I miei collaboratori temevano un diniego per quel suo carattere anarchico e antisistema e, invece, ne fu felice. Era il 7 settembre 2007 e venne premiato in piazza Chanoux assieme ad Ida Désandré, Umberto Parini, Joseph-César Perrin, Vincent Trèves e, alla memoria, Rinaldo Bertolin. Questa fu allora la sua scheda biografica, redatta per presentare la sua candidatura: "Nato il 6 luglio 1921 a Mattão in Brasile da Francesco Antonio Nex, un immigrato valdostano originario di Doues, e dalla tedesca Albertina Peter, arrivò ad Aosta nel 1923, dopo la morte della madre. A sei anni decise che avrebbe fatto il pittore ricalcando le orme degli Artari, una famiglia di artisti con cinquecento anni di storia alle spalle, da cui discende per parte di nonna. Nell'autunno 1940 fu ammesso all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, dove ebbe tra i suoi insegnanti Felice Casorati. L'11 febbraio 1941 è tra i 1.600 studenti universitari volontari che vengono incorporati presso la "Scuola centrale militare di Alpinismo" di Aosta per frequentare il Corso allievi sergenti di complemento delle truppe alpine. Inizia così la "sua" guerra che lo vedrà sottotenente al Battaglione "Feltre" e poi al battaglione "Cadore". Diplomatosi alla fine del 1945, dal 1946 al 1951 fu assistente del professor Alberto Cibrario all'Accademia Albertina. Dal 1951 al 1975 insegnò al "Magistero per la donna" di Torino. La sua prima personale risale al 1947, con un'esposizione di disegni alla galleria "Faber" di Torino. Nel 1949 gli fu conferito il "Premio Châtillon" al secondo "Gran Premio Saint-Vincent per la pittura e la scultura", vinto quell'anno proprio da Casorati. Iniziò così una luminosa carriera artistica che lo ha portato a misurarsi con eccelsi risultati con vari tipi di materiale: dalla ceramica al ferro, dal rame alla seta, quest'ultima supporto prediletto per la sua pittura e alla quale dedica anche una personale nel 1961 ad Aosta. Nel 1979 l'Amministrazione regionale gli dedica un'importante mostra di pitture su seta alla Tour Fromage, mentre nel 1980 si inaugura il nuovo Sanctuaire de la Sainte Famille ad Erésaz per il quale Nex ha realizzato una "Fuga in Egitto" della Sacra Famiglia". Naturalmente - e lo trovate sul sito dell'artista - ha continuato il suo lavoro negli anni successivi. Lo incontrai ancora dopo la grave malattia agli occhi che, negli ultimi tempi, gli aveva impedito crudelmente ogni attività: una terribile prova per chi aveva fatto delle immagini e dei colori la sua vita. In piazza Chanoux aveva detto al pubblico presente: «La Valle d'Aosta è sempre stata il mio grande amore: conosco tutti i passi delle montagne. Amo tutto della Valle d'Aosta, vorrei che i valdostani l'amassero come io la amo. Sono tornato a vivere qui per raccontare storie che potevano essere successe e invitare ad amare questa Valle, dovremmo dirci di più le nostre impressioni e i nostri sogni. A volte non è così e mi dispiace molto». Belle parole di un uomo libero.