Si parla molto, anche in Valle d’Aosta, della "circolare Gabrielli" (dal nome del direttore generale della Pubblica Sicurezza del Viminale, Franco Gabrielli, già a capo della "Protezione civile"), che - dopo le tristi vicende della folla impazzita la sera della finale di "Champions League" in piazza San Carlo a Torino - ha dato un "giro di vite" alle manifestazioni pubbliche, conscio anche del fatto che nelle circostanze di quella sera erano state omesse norme varate in precedenza. Le scelte, ovviamente restrittive, hanno messo in allarme i sindaci valdostani, che in certi casi - penso a Fénis - hanno dovuto annullare manifestazioni già pronte per i costi eccessivi dell'apparato necessario per rispettare le prescrizioni.
Alcune delle nuove misure - così spiegano gli esperti - sono finalizzate a individuare i responsabili di eventuali incidenti, grazie alla più dettagliata distinzione tra le garanzie di "safety" - misure strutturali a salvaguardia dell'incolumità delle persone - e quelle di "security", ovvero i servizi di ordine e sicurezza pubblica. Malgrado il linguaggio burocratico involuto, queste alcune delle misure:
"previsione di un'adeguata protezione nelle aree interessate dall'evento, attuando attenti controlli con frequenti ed accurate ispezioni e verifiche, soprattutto nei luoghi in cui più facilmente possono essere celate insidie, mediante l'ausilio di personale specializzato di adeguate attrezzature tecnologiche"; "individuazione di nuove aree di rispetto e pre-filtraggio, al fine di realizzare i controlli sulle persone, valutando se possibile l'adozione di impedimenti, anche fisici, all'accesso di veicoli alle aree pedonali"; "opportuna sensibilizzazione degli operatori impiegati nei vari servizi, affinché mantengano un elevato e costante il livello di attenzione e professionalità, con appropriate ed adeguate misure di autotutela, specie a salvaguardia della propria ed altrui incolumità". Si aggiunge poi: "In tale cornice ed alla luce dell'attuale scenario internazionale, si rende necessario che gli organizzatori degli eventi, alla stregua del collaudato modello organizzativo previsto per le manifestazioni calcistiche, fornisca un adeguato contributo all'integrazione delle misure pianificate, mediante il concorso nel dispositivo di un servizio di steward calibrato in relazione alle esigenze". La circolare prosegue poi con le indicazioni che riguardano ulteriori parametri di valutazione del luogo della manifestazione, come ad esempio:
"l'adozione di percorsi di accesso all'area e in grado di garantire il deflusso del pubblico"; "piani di emergenza ed evacuazione, supportati da mezzi antincendio posizionati in zone strategiche"; "la suddivisione in settori dell'area di affollamento, con previsione di corridori centrali e perimetrali per facilitare l'intervento dei mezzi di soccorso"; "un piano di impiego di personale di supporto, che prevede un numero di operatori adeguato al numero dei visitatori presenti, con compiti di accoglienza, trattamento, regolamentazione dei flussi e gestione delle procedure di evacuazione"; "devono anche essere previsti degli spazi di soccorso, assistenza e ovviamente deve essere prevista un'adeguata assistenza sanitaria, con la individuazione delle ambulanze necessarie, la loro corretta dislocazione e nella predisposizione di punti di assistenza, anche fissi, per offrire assistenza locale. Anche gli ospedali coinvolti devono essere allertati, per essere pronti ad accogliere, in caso di necessità, un numero elevato di soggetti infortunati".
Tra le ulteriori misure tecniche di supporto alla manifestazione, si chiede di "prevedere un impianto di diffusione sonora, che possa dare istruzioni specifiche ai presenti, evitando il diffondersi di notizie incontrollate, che spesso sono la causa situazioni di crisi, come il panico che innesca spostamenti di massa incontrollabili" ed esiste poi "la possibilità di introdurre il divieto di somministrazione e vendita di alcolici e altre bevande in bottiglie di vetro", che nel caso torinese hanno causato gravi danni. C'è da chiedersi come - modus in rebus - questo potrà concretizzarsi in grandi manifestazioni in Valle, come la "Fiera di Sant'Orso" invernale o la finale delle "Batailles de reines". A naso direi che è giusta la richiesta di avere maggior esplicitazione dei dettagli da applicare, potendolo fare per tempo e non sulla spinta di modifiche da applicare nell'immediato. Perché ovviamente l'inasprimento delle misure comporta costi maggiori e il cambio di passo e persino di abitudini ed il contesto - pensando anche al terrorismo - è comprensibile e dunque bisogna abituarsi ai possibili disagi. Ma tutte le regole pretendono applicazioni di buonsenso, che personalmente non sempre ho visto nella Pubblica Amministrazione, che talvolta vede impegnati nel "gioco del cerino" delle responsabilità coloro che tendono a fare scaricabarile di eventuali responsabilità. Chiunque sia stato costretto - ed io lo sono stato - a fare corsi appositi, resta alla fine stremato dal dedalo di nome sulla sicurezza, che sono una giusta evoluzione della società alla ricerca del miglior mondo possibile, ma bisogna fare attenzione che questo non comporti il peggio del peggio e cioè la paralisi. Che è poi uno dei desideri di chi vuole non solo farci del male, come appunto i terroristi, ma vuole che non si riescano più a fare quelle grandi manifestazioni di piazza, che sono uno degli elementi di coesione di una società.