Ho una certa affezione nei confronti della popolazione walser e non solo perché la mia bisnonna paterna era una De La Pierre Zumstein: mi è sempre piaciuto pensare come questa popolazione di ceppo germanico - installata anche in Valle d'Aosta - sia in fondo una storia straordinaria da raccontare. Partiti dal Canton Vallese - parte germanofona - come dei pionieri del Far West in versione alpina, si sono sparsi in diverse località delle Alpi sin dal Medioevo, quando le frontiere erano ancora flou, prima cioè di vedere nascere gli Stati nazionali veri e propri, pur mantenendo sino ad oggi contatti fra comunità assai distanti anche con un festoso e grande raduno (Walsertreffen) a rotazione triennale fra Italia, Svizzera, Austria, Germania, Liechtenstein e quel che resta di loro in Francia. Aggiungo che ho avuto nelle località walser della Valle del Lys dei giorni memorabili della mia giovinezza, scoprendo la profondità della loro cultura e della loro singolare personalità, oltreché una grande accoglienza per chi diventi loro amico.
Come presidente dell'"Anno Internazionale delle Montagne", ebbi l'onore di inserire fra le diverse manifestazioni proprio un raduno - appunto nel 2002 - dei walser, in cui queste popolazioni si proponevano di essere fra le prime a fregiarsi del nuovo label "Unesco" di patrimonio immateriale all'epoca ancora in itinere. La pratica arrivò e purtroppo morì presso il Ministero dei Beni Culturali, che mantiene i contatti con l'Unesco che si trova a Parigi, nel lontano 2004. Ma poi, nel proseguo, a pronunciarsi a favore furono il Consiglio regionale del Piemonte per i walser piemontesi e quello valdostano per i nostri walser. Così diceva il documento da me proposto, votato dal Consiglio Valle - con il suo stile per punti - nel maggio 2006 nella sua parte essenziale, ricordando anzitutto l'assenso dei Comuni interessati: "Considérant également que les communes de Gressoney-La-Trinité, Issime et Gressoney-Saint-Jean ont décidé de soutenir ce dossier et adopté, le 18 mars 2005, le 29 août 2005 et le 7 septembre 2005, respectivement, une délibération portant soutien de la candidature des Alpes walser au programme de l'Unesco pour la préservation du patrimoine culturel immatériel; Rappelant la loi régionale n. 47 du 19 août 1998 portant sauvegarde des caractéristiques ainsi que des traditions linguistiques et culturelles des populations walser de la vallée du Lys qui, conformément à l'article 40 bis du Statut spécial pour la Vallée d'Aoste, fixe les principes fondamentaux permettant de sauvegarder les caractéristiques et les traditions linguistiques et culturelles des populations de langue allemande appartenant à la communauté walser; Rappelant également la loi n. 482 du 15 décembre 1999 portant dispositions en matière de protection des minorités linguistiques historiques, ainsi que le règlement d'application y afférent, n. 345 du 2 mai 2001; Considérant que la Convention pour la sauvegarde du patrimoine culturel immatériel, adoptée le 17 octobre 2003 par la Conférence générale de l'Unesco, à Paris, définit le patrimoine culturel immatériel comme "les pratiques, représentations, expressions, connaissances et savoir-faire - ainsi que les instruments, objets, artefacts et espaces culturels qui leur sont associés - que les communautés, les groupes et, le cas échéant, les individus reconnaissent comme faisant partie de leur patrimoine culturel"; Constatant que l'Italie n'a pas encore ratifié ladite Convention, qui est entrée en vigueur le 20 avril 2006. Le Conseil régional estime qu'il est particulièrement important et significatif que les Alpes walser - en raison des caractéristiques propres à la civilisation, à la culture, au contexte anthropologique, historique et naturel de cette communauté alpine - constituent le premier dossier de candidature présenté par l'Italie dans le cadre du programme de l'Unesco pour la protection du patrimoine culturel immatériel, en vue de la reconnaissance de cette population transfrontalière dont la vocation européenne est marquée; Engage les parlementaires de la Vallée d'Aoste à agir afin que le Parlement italien ratifie au plus tôt la Convention pour la sauvegarde du patrimoine culturel immatériel de l'Unesco; le président de la Région:
- à soutenir la candidature des Alpes walser au programme de l'Unesco pour la préservation du patrimoine culturel immatériel, en faisant siennes les indications et motivations formulées par la Fondation internationale Mont-Rose le 27 août 2004 et en aidant ladite Fondation à mettre au point la documentation nécessaire à l' approbation de cette candidature;
- à entreprendre les actions nécessaires pour sensibiliser les autorités locales et nationales de la France, de la Suisse, de l'Autriche et du Liechtenstein, afin que ces pays ratifient eux aussi dès que possible ladite Convention de l'Unesco;
- à transmettre une copie de la présente motion aux présidents du Sénat et de la Chambre des députés italiens, au président du Conseil des ministres, au ministre des Biens culturels, au président de la Région Piémont et à la Fondation internationale Mont-Rose". Da allora la questione è rimasta sostanzialmente nel cassetto, benché sia avvenuta la famosa ratifica parlamentare e mi pare che sia stato un bene che, presso l'Unesco a Roma, si sia ripreso - in un incontro la settimana scorsa - il filo del discorso, nel quale come "papà" della riforma costituzionale del 1993 e come uno dei "padri" della legge di tutela delle minoranze linguistiche storiche ho ricordato l'importanza di riprendere il tema, anche se, come noto, sono sempre stato critico sul rischio di eccesso di riconoscimenti come "Patrimonio dell'Umanità" da parte dell'Unesco. Ma i Walser sicuramente lo meritano e sono d'accordo con chi, per nome della delegazione dei walser valdostani, il sindaco di Issime Christian Linty, ha segnalato come sarebbe bene che questo eventuale riconoscimento assumesse una caratteristica "internazionale", raccogliendo anche tutte le comunità al Nord delle Alpi e non solo quelle in territorio italiano. Così come pare emergere, a differenza dei documenti votati a suo tempo dai Comuni walser valdostani e dallo stesso Consiglio Valle, un cambio di strategia dei walser valdostani, cioè preferirebbero il patrimonio materiale a quello immateriale condiviso anni fa, differenziandosi così dalla Valsesia e da Macugnaga. Sperando che la difformità emersa d'improvviso sul punto non si incancrenisca ma porti anzi ad una posizione di nuovo unitaria per evitare un rinvio sine die, che alla fine vanificherebbe il risultato.
P.S.: Tanti auguri per domani ai bambini della comunità walser, che il 6 dicembre festeggeranno il "loro" Natale con San Kloas (San Nicola).