Sulle mappe di epoca medioevale e rinascimentale i cartografi dell'epoca disegnavano brutti e temibili nostri marini in quei mari del mondo che erano inesplorati. Mi ha sempre affascinato vederli ritratti, evidente rappresentazione mitologica di incontri avvenuti e opportunamente gonfiati o semplicemente alimentati dalla fantasia. C'era - solo per fare un esempio - il "kraken", mostro leggendario, citato per la prima volta in una saga islandese del XIII secolo: un gigantesco animale marino, che attaccava le navi, lungo 1.500 metri, dal corpo talmente grande da essere scambiato per un'isola. Pare non fosse altro che il gigantesco calamaro gigante repertorio dalla Scienza e che raggiunge una ventina di metri, dilatati dal racconto dei marinai che lo incontrarono in mare e che ne furono spaventati e suggestionati.
Ci pensavo rispetto ad un libro di questa mia estate, il cui titolo mi aveva incuriosito, scritto da Jean-Marie Gourio, ancien rédacteur en chef di "Charlie Hebdo", autore di molti libri di successo. Il titolo del suo ultimo lavoro mi aveva intrigato: "La baleine du Lac d'Annecy", lago quasi domestico per noi valdostani in gita. Così veniva descritto il libro su diversi siti di libri, frutto immagino di una presentazione standard: «Si l'on vous disait qu'un mammifère marin se cache au fond du lac d'Annecy, le croiriez-vous? Un beau matin, accoudé à la "Buvette de la Plage", Murray Haig a aperçu un cétacé d'une taille phénoménale onduler à la surface de l'eau, et il est formel, c'est bien d'une baleine qu'il s'agit. Ses rares amis, Joaquim, le barman, et Ingrid, journaliste au "Dauphiné libéré", pencheraient plutôt pour un délire d'ivrogne. Après mille et une vies passées au bord des grands lacs européens, Murray est prêt à tout pour leur prouver l'existence de cette créature. Dans les pas du docteur Wilson, qui photographia le monstre du Loch Ness en 1934, Murray, accompagné de sa fidèle barque, "Mrs Dalloway", se lance alors à la poursuite d'une preuve irréfutable». Così procede la breve descrizione: «Dans ce nouvel opus de la collection "Papillon", truffé de clins d'oeil littéraires, Jean-Marie Gourio met en scène la rencontre d'une nature indomptable et du pouvoir infini de l'imaginaire. Doux rêveur et poète à ses heures, Murray est un marginal qui voit ce que personne ne prend plus le temps de regarder. À l'instar de son antihéros, Jean-Marie Gourio nous invite, le temps d'une lecture contemplative, à saisir la beauté du monde qui nous entoure». Il vantaggio della versione ebook rispetto a quella cartacea è che, preso dalla curiosità della lettura e dalla foga del possesso, basta davvero un clic per entrare in possesso del volume in versione digitale. Ero curioso, capito ovviamente l'aspetto astratto della scoperta che fondava il libro, capire come potesse reggere la sua scrittura senza cedere al banale o al grottesco. Ebbene, la storia regge ed è piena di umanità e fantasia, ricca di particolari e suggestioni che rendono la scrittura come sospesa in un racconto che si dipana fra descrizione dei luoghi e della vita di un uomo che si aggrappa ad un sogno che diventa sfida e speranza in uno stato febbrile in cui, alla fine, ci si immedesima con partecipazione umana. Ovviamente la balena non c'è, ma il cetaceo immaginario forse non è altro che una possibile espressione dei tanti fantasmi dell'animo umano, compresi quelli di ciascuno di noi. Esistono confini sottili che possono farci uscire dalle regole di una vita regolare senza trasgressioni o follie e così normalità e anormalità sono ad un passo una dall'altra. Lo scozzese a caccia della sua balena nel lago di Annecy ce lo ricorda. Viene in mente quel monologo di Luigi Pirandello: «Trovarsi davanti a un pazzo sapete che significa? Trovarsi davanti a uno che vi scrolla dalle fondamenta tutto quanto avete costruito in voi, attorno a voi, la logica, la logica di tutte le vostre costruzioni! Eh! Che volete? Costruiscono senza logica, beati loro, i pazzi! O con una loro logica che vola come una piuma! Volubili! Volubili! Oggi così e domani chi sa come! Voi vi tenete forte, ed essi non si tengono più. Voi dite "questo non può essere" e per loro può essere tutto».