Avevo letto da qualche parte del dispenser di letture brevi, stampate all'istante su richiesta. Trovavo l'idea geniale: un ritorno al cartaceo come tentazione in un'epoca in cui siamo tutti chini nell'adorazione del nostro aggeggio digitale. Invece, si sa, quanto la lettura, quella della letteratura e non delle mille distrazioni, sia misura arricchente. Il distributore gratuito di letteratura l'ho trovato nel l'aeroporto di Lyon con formati variabili: un minuto, tre minuti e cinque minuti. Visto che tutto torna, nel collegamento fra passato cartaceo e digitalizzazione che dilaga, la produzione ad uso macchina letterario è legata al sito short-edition.com. Ho scelto anche io la mia lettura più lunga, uscendomi a caso "L'invitation au voyage" di Charles Baudelaire.
L'inizio è: "Il est un pays superbe, un pays de Cocagne, dit-on, que je rêve de visiter avec une vieille amie. Pays singulier, noyé dans les brumes de notre Nord, et qu'on pourrait appeler l'Orient de l'Occident, la Chine de l'Europe, tant la chaude et capricieuse fantaisie s'y est donné carrière, tant elle l'a patiemment et opiniâtrement illustré de ses savantes et délicates végétations. Un vrai pays de Cocagne, où tout est beau, riche, tranquille, honnête; où le luxe a plaisir à se mirer dans l'ordre; où la vie est grasse et douce à respirer; d'où le désordre, la turbulence et l'imprévu sont exclus; où le bonheur est marié au silence; où la cuisine elle-même est poétique, grasse et excitante à la fois; où tout vous ressemble, mon cher ange". E' interessante quest'opera del 1861 in cui si rivolge alla fidanzata, definita dal poeta - nella lettera per la sua pubblicazione - come esempio "d'une prose poétique, musicale sans rythme et sans rime" dedicata ad una città ideale o meglio "un idéal obsédant". In italiano questo termine "cuccàgna" appare - secondo l'Etimologico - nel quindicesimo secolo e vuol dire "paese favoloso, ricco d'ogni ben di Dio; abbondanza", spesso resa in modo plastico dalle cibarie in cima allo scivoloso albero della cuccagna! Viene dal francese "cocagne", diffuso nell'ambiente goliardico medievale per lo più nella locuzione "pays de Cocagne, paese di Cuccagna". La spiegazione etimologica fa sorridere: "accettata dal Meyer-Lübke (REW), che fa risalire "cocagne" al termine olandese "kokenje, dolce con zucchero e sciroppo" da donare ai bambini in occasione delle fiere, non è sostenibile perché con tutta probabilità è semmai "kokenje" a provenire dal francese; d'altra parte i tentativi di derivarlo dall'occitano "coco, torta" o "coco, caco, uovo" si scontrano col divario cronologico che separa queste forme dell'occitanico moderno dalle prime attestazioni di "cocagne" (circa 1200); contro difficoltà fonetiche insormontabili urta invece la proposta di Lurati di derivare "cocagne" in quanto "paese dei marginali, dei vagabondi" (i goliardi medievali) da "calca", nel senso di "vita vagabonda, mendicità". Le probabilità maggiori restano quelle di una base "coca, coco" proveniente dal lessico infantile, ma ci mancano i significati e i contesti originari che ne chiariscano la motivazione". Ad Alexis, per la più corta da un minuto, è uscito "Le Corbeau et le Renard" di Jean de La Fontaine, scrittore seicentesco di favole e poesie, che ammonisce - rifacendosi a temi della letteratura classica - sul doppio fine di certe lusinghe: "Maître Corbeau, sur un arbre perché, Tenait en son bec un fromage. Maître Renard, par l'odeur alléché, Lui tint à peu près ce langage: «Hé! bonjour, Monsieur du Corbeau. Que vous êtes joli! Que vous me semblez beau! Sans mentir, si votre ramage Se rapporte à votre plumage, Vous êtes le Phénix des hôtes de ces bois». A ces mots le Corbeau ne se sent pas de joie; Et pour montrer sa belle voix, Il ouvre un large bec, laisse tomber sa proie. Le Renard s'en saisit, et dit: «Mon bon Monsieur, Apprenez que tout flatteur Vit aux dépens de celui qui l'écoute: Cette leçon vaut bien un fromage, sans doute». Le Corbeau, honteux et confus, Jura, mais un peu tard, qu'on ne l'y prendrait plus". Vedi come cosa sortisce il Caso? Due letture perfette per la Valle d'Aosta di oggi, che fu "paese della cuccagna" e con molte volpi ed un discreto numero di corvi in giro. Chi ha orecchie per intendere intenda, con la giusta dose di ironia...