A metà Aprile raccontai della mia avvenuta vaccinazione e così la descrivevo con parole semplici: «A fronte dello scatenarsi del fango subdolo delle chat e delle conversazioni da bar, che tanto stanno appassionando parimenti certi miei colleghi e qualche giornalista, ritengo sia utile chiarire in questa sede alcune posizioni per sgombrare il campo da qualsivoglia diffamazione e strumentalizzazione di chi ormai ha come unico mezzo per far parlare di sé la polemica sterile attraverso i "social" e con gli esposti». Aggiungevo più avanti: «Sono stato vaccinato per il "covid-19" e l'ho detto coram populo pure durante le chiacchiere a margine del Consiglio regionale, senza reticenze quando ebbi la prima dose. Come piace far notare con valenza negativa ai miei detrattori ogni qualvolta se ne parli, con i miei quasi 63 anni sono il decano del Governo regionale. Vecchio per la politica quando si tratta di millantare l'avanzare del nuovo o la rottamazione, in queste ore pare che io miracolosamente sia diventato «troppo giovane» per essere stato inserito nelle liste di coloro cui è stato somministrato il vaccino con la seconda dose di ieri. Non ho alcun problema a dire che espressi sin da subito, mesi fa, ai miei colleghi di Governo la necessità - viste le nostre responsabilità - di provvedere ad una vaccinazione rapida della Giunta. Non ho perorato prerogative di casta e neanche di privilegi. Semplicemente ho esplicitato ciò che qualunque persona di buon senso e senza pregiudizi potrebbe sottoscrivere: chi deve gestire la pandemia, a tutti i livelli, non può farsene travolgere, perché il rischio è la paralisi definitiva di un sistema che fatica già ogni giorno ad andare avanti. Com'è noto, per altro, cinque membri su otto della Giunta regionale hanno fatto o stanno facendo il "covid" e ne risente il loro lavoro personale. Non tutto si può fare in video o al telefono e questo rende la collegialità del lavoro dell'Esecutivo molto più macchinosa, come avviene per tutto il resto del confronto politico. La Giunta, a seguito delle mie insistenze, si era espressa nella discussione avvenuta fra di noi comprendendo questa richiesta sulla vaccinazione degli ultra-sessantenni fra i propri componenti, parimenti a quanto osservato dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, come mi fu detto e di cui ho traccia nelle informazioni ricevute allora. L'iscrizione alla piattaforma e la chiamata successiva (telefonica e con messaggino con convocazione nel centro vaccinale di Châtillon) non avvennero di nascosto o in modo poco trasparente rispetto alle inoculazioni già avviate dall'anagrafe regionale "Infovaccini", che aveva come documentato sin nelle settimane precedenti effettuato chiamate per moltissimi ultra-sessantenni, in una logica distributiva conforme al Piano che si occupa dei vaccini». Oggi vengo a sapere che è stata chiesta l'archiviazione rispetto a eventuali reati dovuti a quella vaccinazione e scoprirò infine dalle carte chi ha denunciato. Non commento, limitandomi a dire che ho sempre raccontato la verità su quanto avvenuto, sopportando i castelli in aria e le cattiverie di chi ha approfittato della vicenda per screditare me e persino i miei cari.