Le reines sono un simbolo che prescinde dalle batailles in senso stretto. Quando lo racconti fuori dalla Valle d’Aosta, questi scontri corna contro corna delle bovine stupiscono e talvolta preoccupano per chi non ne conosca l'aspetto alla fine incruento. Ho seguito centina di scontri, quando ne facevo la telecronaca da giovane giornalista, non ho mai visto violenza. In più ancora oggi trovo vecchi allevatori che ricordano come mio papà Sandro fosse un veterinario in grado di curare le reines, sempre piene di problemi ormonali che poi sono alla base della loro aggressività, che le mette al comando delle mandrie. Le reines, per tornare al punto, sono un fil rouge, un punto di giunzione fra il passato più profondo e la nostra epoca. L'addomesticamento degli animali e il loro sfruttamento restano, anche sulle Alpi, una delle pagine più importanti, che ha dato vita all'allevamento, con caratteristiche immutabili nel tempo. Sulle reines, in un mestiere difficile qual è quelli dell'éleveur, si riversano certi momenti dì svago e dì passione, che vanno ammirati e compresi. Loro, le mucche, sono curate e vezzeggiate e combattono con impegno e con un pizzico dì vanità.