L’instabilità politica è già di per sé stessa un male in democrazia. Lo è a maggior ragione in momenti difficili come quelli che stiamo vivendo. Eppure capita ancora che su di un tema scelto a caso (un voto sulla riduzione dell’IVA sugli assorbenti e la loro distribuzione gratuita nelle scuole) appaiano nel Consiglio Valle, il piccolo Parlamento valdostano, franchi tiratori che mostrano la presenza di dissidenti nella maggioranza di Governo. Che siano passeggeri o strutturali si vedrà. Il franco tiratore solo o associato agisce durante le votazioni segrete e lo fa per le ragioni più varie. Individuarlo diventa un esercizio verbale, perché agendo nell’ombra alla fine la sua identificazione è sempre e solo teorica e oggetto direi di vacui pettegolezzi. Diciamo che per una compagine governativa come quella che oggi governa la Valle d’Aosta - 19 consiglieri su 35 - quanto avvenuto non è banale. E non lo è a pochi giorni dall’inizio della sessione di Bilancio e a fronte di tanti problemi che non consentono affatto distrazioni. Ma questa è, piaccia o meno, la democrazia, fatta di numeri e di persone. E come tale soggetta ad una dialettica all’interno delle maggioranze che si formano con ambizioni, speranze e frustrazioni umanissime fra chi le compone e con l’opposizione che mira a diventare maggioranza e per farlo usa tutti i mezzi possibili come da regole scritte e non scritte. Purtroppo questa fragilità delle istituzioni valdostane, frutto anche di forze politiche sempre cangianti e di scelte personali spesso in movimento sullo scacchiere politico, diventa patologia in un’ epoca in cui la stabilità sarebbe utile e necessaria e non credo di dovermi dilungare sui perché. Ma la realtà è questa e fare la predica serve poco. Bisogna perciò affrontare la situazione e ricomporre il puzzle e bisogna farlo per buonsenso e necessità.