La stabilità in politica è un bene, ma in Valle d’Aosta non si riesce più ad ottenere. Non è una questione di regole istituzionali, pur sempre migliorabili, ma di un seme della discordia ormai piantato dappertutto e che crea una continua e nociva fibrillazione. Difficile lavorare in questa condizione, malgrado gli sforzi e i risultati che comunque si ottengono stringendo i denti. Eppure sappiamo bene che viviamo anni difficili in cui, invece che liti e polemiche, ci vorrebbe una pace ragionata, avendo in mente la “cosa pubblica” e i problemi da risolvere con pazienza, come personalmente cerco di fare e con me molto altri, pur nel clima incerto. L’aspetto peggiore è che questa situazione fa male sia a chi fa politica, perché l’opinione pubblica fa di ogni erba un fascio, sia alle istituzioni che vengono svilite e davvero non ce n’è bisogno. Personalmente, avendo vissuto molte stagioni della politica valdostana, ho spesso lanciato appelli a unità e buonsenso, senza venir meno alla ricchezza del confronto politico. Ma la frammentazione dentro le forze politiche e un dibattito politico che si attarda su questioni minori non aiuta di certo e la preoccupazione attanaglia anche chi è da sempre un ottimista. Mi auguro che si comprenda la delicatezza del momento e la posta in gioco.