La pazienza ha un limite. Ho seguito con rispetto le "battaglie” degli animalisti sugli orsi trentini, pur non condividendole nei modi e nei contenuti. Ma ormai non credo che per i montanari che sulle Alpi ci vivono sia accettabile il tono xenofobo e violento che si sta usando contro la possibile decisione di abbattimento di orsi che possano dimostrarsi pericolosi. L’uso della carta bollata, si manifestazioni fra il folkloristico e il minaccioso, il disprezzo per chi chiede una limitazione ad una diffusione senza limite dei plantigradi, oggi in Trentino e domani su tutte le Alpi, sarebbe una scelta illogica e pericolosa. Una minoranza chiassosa non può avere il sopravvento ed è bene che certi toni smettano di essere usati, specie quelli più offensivi e minaccioso. Sarebbe ora che il Governo Meloni capisca, a Roma e facendosene portavoce anche a Bruxelles, che il ritorno dei predatori - avvenuto con fondi comunitari, sia orsi che lupi - non può significare un’invasione che violi il diritto di vivere senza paure per chi le Alpi le abita o le sceglie per le proprie vacanze. Non si invocano stragi, ma si chiede di avere dei numeri accettabili, che consentano la convivenza fra uomini e animali, smettendola questa ridicola esaltazione degli orsi, scelti come simbolo di ideologie estremistiche che vanno respinte e non assecondate.