Sono molto contento perché dell’Innovazione mi ero già interessato in altre vesti, prima di avere la materia tra le mie attuali deleghe. Certo il potenziale perimetro è da capogiro, anche se molto ruota attorno al termine già vasto in sé di “digitalizzazione”. L’esempio più facile è l’oggetto che abbiamo in mano: il telefonino che oggi contiene il mondo e un’impressionante possibilità di ulteriori strumenti da utilizzare e di dati da consultare e i dati - compresi i nostri personali - sono un ricco mercato. Un capitolo interessante è la necessaria diffusione della fibra ottica per rendere i collegamenti più rapidi e affidabili. Ormai questa parola - con l’acronimo FO - è di uso comune, anche se poi alla fine resta un oggetto piuttosto sconosciuto per molti. In breve ci si riferisce alla tecnologia e al mezzo per la trasmissione di informazioni attraverso impulsi di luce lungo un filo o una fibra di plastica o vetro. Il mezzo utilizzato per il passaggio è un sottilissimo cavo, il cui diametro è di 125 nanometri, più piccolo di quello di un capello umano. Al suo interno viene fatto "rimbalzare" un raggio o impulso luminoso il cui compito è quello di trasportare informazioni tra i due capi del filo. La potenzialità è enorme e piena di possibili ricadute, ma intanto conta lavorare sulla sua diffusione anche nella piccola, ma complessa per l’orografia montana, Valle d’Aosta, che è area test significativa proprio per queste sue difficoltà. Ricordo come la Valle d’Aosta, nodo di transito per i trasporti e comunicazioni tra il Nord e il Sud dell’Europa, abbia iniziato ad investire sin dagli anni 1990 per le comunicazioni elettroniche ad alta velocità tramite la fibra ottica. Negli anni Novanta infatti con l’allora Società Italiana per l’esercizio telefonico (SIP) venne avviato un progetto per la posa di fibra ottica sulla dorsale Pont Saint Martin – Aosta - Courmayeur e Aosta – Saint-Rhémy-en-Bosses. Il progetto Valle d’Aosta cablata ha posato in seguito alcune tratte di distribuzione principali a Pont-Saint-Martin, Verrès, Saint-Vincent, Chatillon e Courmayeur. L’intervento ha permise alla allora società telefonica di Stato di poter avviare il processo di trasformazione da analogico a digitale delle principali centrali telefoniche del territorio. Nel 2004 grazie alla convenzione con il neo nato consorzio TOPIX (TOrino Piemonte Internet eXchange) - consorzio senza fini di lucro nato nel 2002 con lo scopo di creare e gestire un Internet Exchange (IX) per lo scambio del traffico Internet nell’area del Nord Ovest – sono state predisposti presso le Pépinères d’entreprises di Pont-Saint-Martine e Aosta i primi punti di accesso neutri per operatori di TLC in banda Ultra Larga per erogare servizi alle imprese. Eravamo agli albori. Successivamente il Piano VdA Broadbusiness ha costituito un elemento qualificante della strategia della Valle per lo sviluppo con fondi europei della infrastruttura per la banda ultra larga nel territorio regionale. La logica era quella di superare il digital divide di lungo periodo, secondo gli indirizzi dell’Agenda Digitale Europea, abilitando la copertura in banda ultra larga fissa e mobile “anywhere, always on” su tutto il territorio, al servizio dei cittadini, delle istituzioni, delle imprese, tramite la posa di dorsali in fibra ottica per il collegamento sia delle centrali telefoniche sia delle principali stazioni radio base per reti mobili. Col progetto VdA Broadbusiness sono stati posati oltre 700 km di fibra ottica per collegare tutte le vallate laterali della regione e i principali tralicci di radio telecomunicazioni in modo da permettere agli operatori di TLC di poter avviare il percorso di adeguamento tecnologico delle infrastrutture TLC per l’erogazione dei servizi in Banda Ultra Larga. Tramite le fibra ottica del progetto VdA Broadbusiness dal 2015 è stato poi possibile collegare tutti i municipi della Regione con collegamenti ad alta velocità per permettere la progressiva evoluzione dei sistemi di telefonia mobile alle tecnologie 4G e successive ed anche il rilascio dei servizi in fibra per le centrali telefoniche. Sono argomenti apparentemente solo tecnici, ma che cambiano le nostre vite. Ora è in corso il Piano Nazionale Banda Ultra Larga – PNBUL - in fase di realizzazione a cura del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, attraverso la propria società in house Infratel Italia, della rete di accesso in Banda Ultra Larga. Il piano rientra nell’accordo di programma e convenzione operativa col MISE del 2016 oltre alla sottoscrizione di apposite convenzioni con tutti i Comuni della Regione (2018) e definizione dell’accordo di concessione per il riutilizzo delle infrastrutture RAVdA con Open Fiber (aggiudicatario della gara indetta da Infratel Italia). Il cronoprogramma di realizzazione prevedeva il completamento delle attività entro il 2020, prorogati entro il 2022 e ad oggi stimati entro il 2024. Il completamento del PNBUL che prevede di coprire l’85% delle unità immobiliari valdostane permette agli operatori di TLC l’attivazione del servizio FTTH (Fiber To The Home) all’utenza finale. Dei 74 Comuni della regione solamente 68 sono stati ricompresi nel piano. Risultano esclusi i Comuni di Challand-Saint-Victor, Challand-Saint-Anselme e Rhémes-Saint-Georges in quanto inseriti in un piano di copertura di un operatore TLC che successivamente non ha dato corso alla realizzazione (e ovviamente bisognerà occuparsi della questione) e Pont-Saint-Martin, Saint-Vincent e Sarre che fruiscono già di servizio FTTC (Fiber To The Cabinet) per oltre il 95% delle unità immobiliari. Il Comune di Aosta rientra solamente per le frazioni collinari in quanto il resto del comune non rientra tra le aree bianche in quanto risultano già presenti servizi in fibra ottica. A questo si aggiunge il piano gestito dalla Regione che prevede il collegamento in fibra ottica di tutte le sedi scolastiche pubbliche (circa 200 indirizzi su 100 plessi), sgravando i proprietari delle strutture dai canoni di gestione connettività. Dal piano sono escluse alcune scuole dell’infanzia che verranno collegate con Piano scuole 2 nell’ambito dei fondi PNRR. Sempre a regia nazionale è stata avviata una consultazione pubblica per la copertura in fibra ottica dei civici non ricompresi nel PNBUL. Il lotto 4 che ricomprende Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, è stato aggiudicato a TIM/Fibercop per 291M€ per il collegamento di 495.100 civici. Per la VdA l’intervento è previsto su 15.934 civici esclusi dal piano nazionale Banda Ultra Larga. Sia chiaro: se resteranno degli esclusi interverremo con fondi regionali propri o di origine comunitaria. Sempre nel PNRR, oltre a diversi progetti in corso come il cospicuo progetto bandiera da 14 milioni per il “Potenziamento della capacità digitale della pubblica amministrazione regionale”, vi è per la connettività un Piano sanità connessa di fonte nazionale che prevede il collegamento in fibra ottica delle sedi sanitarie e socio assistenziali del territorio (coinvolgimento della AUSL e delle Unité des Communes Valdôtaines). Per la VdA il bando è stato vinto da Vodafone Italia. Come per il Piano Scuole, i proprietari delle strutture saranno sgravati dai canoni di gestione dei collegamenti. Infine - e speriamo che si capisca che la tecnologia è sicura - c’è nel PNRR il Piano Italia 5G, che prevede il collegamento in fibra ottica delle postazioni radio elettriche non ancora rilegate, inoltre arriverà la densificazione delle postazioni per il miglioramento del servizio. Per la realizzazione di nuove infrastrutture, Bando 5G COP, per lo sviluppo di servizi radiomobili 5G, che ha come obiettivo l’aumento della velocità di trasmissione in condizioni di punta del traffico, la Valle d’Aosta rientra nel Lotto 1 vinto da TIM col Piemonte e il Lazio. Per il collegamento dei siti in fibra ottica con infrastrutture di connettività su rete di trasporto performante per tutti i servizi 5G, che saranno rese disponibili per tutti gli operatori di telefonia mobile 5G, la la Valle d’Aosta rientra nel lotto 1 vinto da TIM insieme a Lombardia e Piemonte. Insomma: molti progetti concomitanti e da coordinare talvolta con difficoltà per la diversità degli approcci. Intanto bisogna lavorare sull’offerta, lato Regione, dei contenuti e muoversi nella formazione al digitale per evitare una "frattura culturale” che impedisca l’uso delle potenzialità delle reti. E bisogna riuscire a far capire l’importanza - nel nome dell’eguaglianza - di questi tecnologie,