Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
03 mar 2024

Iran:la violenza della teocrazia

di Luciano Caveri

Certi cortei nelle piazze stravolgono la storia, mistificano la realtà, manipolano le notizie e certi altri cortei non ci sono affatto per visioni unilaterali di chi guarda solo da qualche parte con strabismi sospetti. Vedere il mondo con le lenti della propria ideologia politica distorce la realtà e la capovolge.

Tuttavia ha un sua utilità: osservare certi comportamenti, perché nulla come la visione interna della politica estera serve, per chi lo voglia fare, a svelare la visione di certe forze politiche e pure delle singole persone. Pensiamo all’Iran, oggi questo Paese è protagonista su diversi scenari del male assoluto e la famosa protesta delle donne, trasformate in paria, è di fatto uscita dalle prime pagine dei giornali. Ci si annoia in fretta e chi vive con il paraocchi preferisce guardare altrove, dove gli conviene. Così in pochi parlano con continuità delle nefandezze del regime degli ayatollah e delle recenti elezioni con le urne disertate (ha votato il l40% degli aventi diritto!) come segnale evidente di una protesta muta della popolazione prigioniera di una dittatura.

Il giornalista Hamdam Mostafafi su L’Express ha riassunto il pensiero del direttore del programma Iran dell’Università di Stanford Abbas Milani, dedicato in particolare a Alì Khamenei, l'attuale Guida Suprema dell'Iran e massimo esponente nazionale del clero sciita, che si prepara a lasciare il posto al proprio figlio in un’inquietante logica familistica. Così viene descritto l’attuale dittatore: “Selon Khamenei, le monde se trouve à un tournant historique : l’heure de l’islam est arrivée, alors que l’Occident et le monde communiste sont en crise. La République islamique d’Iran constitue la base pionnière de la conquête du monde. La modernité, et les Etats-Unis en tant que son incarnation, représente l’ennemi principal. Pour lui, la modernité a été créée par le monde judéo-chrétien afin de faire disparaître l’islam de la carte. Il est par ailleurs convaincu que l’essor de la Chine et de la Russie l’aidera à prendre ce virage historique. Ces deux pays ont tué plus de musulmans que quiconque, mais Ali Khamenei ne semble pas penser que cela soit contradictoire, tant qu’ils aident le régime iranien à affronter son plus grand ennemi, les Etats-Unis”.

Vorrei che ragionassimo su questo legame così folle: un fronte cui si aggiungono - grazie all’Iran - i loro sodali, i libananesi Hezbollah, che stanno lavorando - assieme ad Hamas (chi inalbera cartelli in loro favore è spregevole) - all'interno dello Yemen per organizzare e sostenere i ribelli Huthi.

E si aggiunge con chiarezza: “Avec la guerre à Gaza, l’Iran apparaît renforcé sur la scène internationale, même si cela n’est sans doute que temporaire. Dès qu’une image d’horreur sort de Gaza, le régime la reprend et amplifie sa diffusion, comme l’Union soviétique le faisait avec les guerres impliquant les Américains. On peut aussi comparer la version de l’islam de Khomeini [NDLR : le fondateur de la République islamique] et de Khamenei au léninisme, avec la même vision de l’Histoire comme un mouvement inexorable vers la victoire de leur cause”.

Nessuno deve mai negare gli orrori di qualunque colore, ma ogni ragionamento va situato con chiarezza in contesti come quello che si sta descrivendo. La dittatura islamista così agisce: “Il y a aussi l’abandon du rationalisme au profit d’une forme de dogmatisme : l’individu doit se soumettre à la vision historique, et il est justifié de recourir à la violence ou de mentir pour atteindre son but. Tout l’islam ne ressemble pas au marxisme-léninisme, mais c’est le cas pour cette forme d’islam politique qui se considère comme libératrice, comme éducatrice des masses, comme une force qui n’a pas besoin de se justifier, si ce n’est en disant « Je suis la voix d’Allah ». Comme Lénine disait « Je suis la voix de l’Histoire ». Il y a quelques mois, Khamenei a déclaré : « Il est de notre responsabilité de faire en sorte que les gens aillent au paradis. Certains répondent : “Vous savez, si les femmes veulent aller en enfer, laissez-les faire !” Non, non, c’est notre responsabilité. »”.

Per questo le donne vengono lapidate e qualunque opposizione finisce nel sangue con l’impiccagione come spettacolo pubblico e la tortura come ordinarietà rieducativa. La strategia è chiara: “L’ayatollah Khomeini avait déclaré que préserver la République islamique était le plus essentiel des devoirs religieux. Cela ressemble beaucoup à la pensée des bolcheviques, qui se considéraient comme le bastion de la révolution. En Iran, les partisans du régime se sont totalement engagés à préserver le système, certains pour des raisons idéologiques, d’autres pour des raisons financières, beaucoup pour des raisons existentielles. Ils pensent que si ce régime change, les gens les tueront”.

Le proteste continuano in Iran, ma sono eco lontano in Italia. Il fanatismo non sembra suscitare grandi reazioni, se non sul breve e senza grandi clamori, spegnendosi in un battibaleno. Altri scenari occupano i cortei.

E l’Iran resta una teocrazia feroce. Un passaggio di un bel articolo di ieri del Grand Continent così sintetizza: “La durissima repressione del movimento ha messo fine all'idea che il regime iraniano fosse riformabile. Il regime ha rinunciato alla maggioranza del popolo iraniano e la maggioranza del popolo iraniano ha rinunciato al regime”.