Oggi scrivo poco per non disturbare e cancellerò per sicurezza quanto scritto. Nel caso lo avessi scritto su carta ingoierò il messaggio, come pare facciano le spie se scoperte.
Quando in Italia si sfodera il latinorum, bisogna stare sul chi vive. Per evitare che Berlusconi - nel frattempo passato a miglior vita - strabordasse nelle campagne elettorali per il suo impero mediatico nacque la “par condicio”. Definizione stranamente derivata dalla frase par condicio creditorum, usata per indicare il diritto dei creditori del fallimento a essere rimborsati dal debitore fallito. Scelta italiana quella di paletti nel periodo preelettorale, nata nel 1993 e periodicamente aggiornata, fa ridere per i suoi dettagli l’universo mondo, confermando che l’Italia è la patria di Azzeccagarbugli. Una serie di regole draconiane per chi ci si attiene senza trucco e senza inganno, che entrano in vigore nell’approssimarsi delle elezioni e che valgono per i piccoli e non per i grandi grazie ai soliti accorgimenti all’italiana. Della serie: fatta la norma, trovato l’inganno.
Ma chi si adegua per rispetto delle leggi, sparisce. Faccio il caso personale, anche se può apparire brutto. Da qualche giorno, se faccio qualcosa nel mio ruolo di politico e di amministratore, divento un fantasma degno di non menzione. La comunicazione istituzionale deve essere indiretta, nel senso che come Assessore sparisco, come un Fantomas qualunque. È l’Assessorato, entità astratta, che dice e fa. Niente foto, per carità!, perché potrei influenzare le elezioni europee, pur non essendo candidato e non appoggiando nessuno per quella consultazione elettorale. Non importa! Devo sparire. In TV deve andare un servizio sulle Regioni francofone in Valle d’Aosta? Ho organizzato tutto e ho un certo merito sui contenuti? Purtroppo nel reportage, per altro ottimo nel contenuto e firmato da chi ha grande professionalità, appaio in un fotogramma per pochi secondi tipo tappezzeria, vittima della par condicio.
Zitto, il nemico ti ascolta: come diceva un vecchio slogan di un periodo cupo. Il nemico sarebbe chi vigila contro mie eventuali frasi, corpo del reato e fioccherebbero multe peggio di un autovelox per me e immagino che un redattore che sgarrasse sarebbe messo in catene come avviene nei Tribunali ungheresi.
La par condicio è come uno sbiancante, che mi fa sparire e non posso neppure avvantaggiarmi come se fossi l’uomo invisibile, che avrebbe almeno qualche lato divertente per spuntare senza essere visto. Anzi, pensavo seriamente di presentarmi a certi incontri pubblici da qui al 9 giugno direttamente con un passamontagna per evitare di essere riconosciuto e per telefono farò la vocina per evitare guai.
Nel frattempo con sprezzo del pericolo mi rifugio qui nel mio orticello, anche se come politico e pure come giornalista mi ribello a questa logica risibile. Mentre i grandi leader fanno e dicono quel che vogliono, io sono Nessuno, come si definì Ulisse davanti al gigante Polifemo che poi accecò. Così. quando gli altri ciclopi gli chiesero chi lo avesse colpito, rispose "Nessuno!”.
La sintesi fulminante sulla par condicio l’ha fatta Enrico Mentana: “Una legge stupida”.