Lo sviluppo delle società occidentali, che ha sostanziato la democrazia, ci ha liberato dalla teocrazia, che oggi esiste e prospera in molti Paesi musulmani e che nulla ha a che fare con la sacrosanta libertà di culto scritta nelle Costituzioni.
Marzia Ponso su Treccani così riassume la logica che sottende la teocrazia: “Il termine deriva dalle parole greche theòs «dio» e kràtos «potere»: significa perciò, letteralmente, «governo di Dio». Base teorica della teocrazia è la dottrina secondo cui Dio è la fonte diretta di ogni potere, sia quello spirituale, cioè religioso, sia quello temporale, ossia terreno: perciò o la Chiesa deve coincidere con lo Stato o lo Stato deve essere subordinato alla Chiesa. Poiché la salvezza delle anime è considerata superiore a ogni altro interesse materiale, la teocrazia presuppone la sottomissione del potere temporale a quello spirituale e, di conseguenza, dei laici all’autorità del clero”.
È vero che il cattolicesimo ha sul punto una eredità pesante da ricordare e che anche da noi, ancora oggi, spesso i governanti si rifanno a Dio. Quante volte abbiamo sentito dai Presidenti americani frasi finali tipo “Dio salvi l’America” o esponenti politici come la Meloni che si esibiscono con “Dio, Patria e Famiglia”. Ma queste affermazioni non si riflettono in sistemi istituzionali feroci e repressivi come le teocrazie, ma sono sistemi pluralisti.
Basti pensare a che cosa sono per noi il Diritto e la Giustizia contrapposte alla Sharia e cioè l’insieme di pratiche di vita, usi, regole religiose e morali dedotte da due fonti principali: il Corano e la Sunna gli atti e comportamenti del profeta Maometto). Una Giustizia “divina” o presunta tale cui si fondano persecuzioni di minoranze di vario genere, umiliazioni del mondo femminile, esecuzioni senza scrupoli di dissidenti politici e sistemi scolastici fondati sull’ indottrinamento. Tutto in nome di Dio.
Pratiche oscurantiste che si espandono, come dimostrato in modo tragico dalle vicende del Libano, ormai nelle mani degli estremisti islamici sotto il controllo dell’Iran, che ha infettato con Hamas i palestinesi e ha in mano oggi anche lo Yemen e ha un’alleanza forte con la Siria.
Come facciano certi militanti politici in Occidente a difendere questi regimi politici - con le vittime civili come argomento - lascia esterrefatti e ci si domanda la ratio di certi cortei, di certi slogan, di certi abbagli resi possibili dalle follie dell’ideologismo, che trasformano regimi feroci e dittatoriali in amici da difendere con un masochismo vero e proprio. Soprattutto pensando a che fine farebbero certi protestatari reggicoda se finissero nelle mani degli ayatollah.
Provo a riprendere il filo del ragionamento e non mi metto a raccontare più di tanto del solco profondo che divide il mondo musulmano per ragioni che già intrecciano sin dal passato remoto la religione con la politica. Sciiti e sunniti sono i due rami principali dell'Islam, ciascuno con storia, credenze e pratiche distinte e di fatto un rapporto difficile. In sintesi: i sunniti e gli sciiti hanno una percezione diversa l'uno dell'altro. Così una parte significativa dei sunniti in Medio Oriente non considera gli sciiti come veri musulmani, mentre gli sciiti talvolta criticano il dogmatismo sunnita come terreno fertile per l'estremismo.
Certo così si semplifica molto e se si leggono gli intrecci delle diverse correnti religiose dell’Islam ci si perde davvero nei rivoli di alleanze e di odi che rendono la situazione ben più complessa di come la possiamo vedere in modo superficiale, come sto facendo.
Il rischio nostro di spettatori di queste diatribe (ieri in Medio Oriente i sunniti festeggiavano la morte del leader sciita libanese Nasrallah per mano degli israeliani!) è che alla fine ci si confonda su chi siano gli estremisti islamici che predicano e purtroppo praticano la teocrazia e intenderebbero, potendo, esportarla ovunque. Questo avverrebbe a detrimento delle basi costituzionali costruite in Occidente, che sostanziano elementi cardine come i diritti civili e la scissione di Fede e Politica nei governi dei nostri Paesi.
Perché la realtà triste è che se ben sappiamo le origini sciite di certe mostruosità, sarebbe bene ricordare come la teocrazia talebana - dove le donne sono ridotte persino al silenzio e non possono più studiare! - appartiene al campo sunnita e questo complica ogni lettura.
Questo lo scrivo non per cavalcare chissà quale islamofobia retriva, ma per dire di come la teocrazia - sotto le sue diverse forme e anche in Occidente abbiamo espressioni radicali da temere - generi dei mostri che fanno paura e che bisogna respingere senza tentennamenti.