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17 ott 2024

Fuori la lingua!

di Luciano Caveri

”Lingua” è una parola bifronte. Vale per l’ ”organo mobile della cavità orale" e anche - ma di questo oggi non mi occuperò - "sistema di comunicazione orale specifico di una comunità". Inutile dire come lingua e la lingua si incrocino, essendo quello che abbiamo in bocca un organo fondamentale della parola come pure del gusto. Altro incrocio su chi riflettere.

Facile evocare alcune espressioni, come lingua sciolta, lingua biforcuta, lingua lunga. E ancora: lingua velenosa, mala lingua, mordersi la lingua, non avere peli sulla lingua, tenere a freno la lingua.

Celebri i modi di dire: la lingua batte dove il dente duole; ne uccide più la lingua che la spada.

Il dizionario etimologico così spiega sulle origini della parola, che sono nel latino, visto che lingua risale ad un precedente dingua (con la d!), testimoniato dai grammatici, per attrazione di lingere ‘leccare' ed ha solidi confronti fra le lingue indoeuropee che con le loro varianti derivano dalla stessa sorgente.

Interessante sulla lingua una articolo, pubblicato su Internazionale, tratto da The Guardian: ”L’idea che le nostre lingue custodiscano indizi sul nostro benessere ha attraversato i millenni e i continenti, spiega YanFang Ren, professore dell’istituto Eastman per la salute orale dell’università di Rochester, negli Stati Uniti. Nella medicina tradizionale cinese, per esempio, le sezioni della lingua sono associate ai diversi organi del corpo. “La lingua è importante per molte delle nostre funzioni vitali”, spiega Ren. Ci aiuta a ingoiare, respirare, parlare e a fare pose divertenti nelle foto. Ma può essere considerata un indicatore dello stato di salute?”.

Trovo suggestiva la seguente descrizione: ”Le lingue sono come fiocchi di neve: sono umide, e non ce ne sono due uguali. “Non esiste un aspetto standard della lingua”, dice Frank Scannapieco, professore di biologia orale all’università di Buffalo. In generale, il colore della lingua va dal rosa pallido al rosso scuro, con un leggero strato biancastro di cheratina nella parte superiore. Le piccole protuberanze in superficie si chiamano papille che, tra le altre cose, percepiscono i sapori.Per avere un’idea delle condizioni della propria lingua, Scannapieco raccomanda di guardarla spesso allo specchio “per rendersi conto di come appare giorno dopo giorno”. Se si notano variazioni significative, è il caso di consultare un dentista o un medico. “L’aspetto della lingua può dire molto sulla salute”, afferma Jiwon Lim, dentista e ricercatrice presso il National institutes of health clinical center. “Ci può avvisare quando il corpo non sta funzionando come dovrebbe”. Non tutti i suoi cambiamenti devono allarmarci. L’aspetto della lingua varia anche in base a quello che si mangia e si beve. Una bibita energetica colorata di blu, per esempio, lascia un residuo blu acceso sulla lingua, ma non c’è motivo di preoccuparsi. Anche caffè, tè e certi cibi come bacche, barbabietole e caramelle possono influire sul colore della lingua, ma solo temporaneamente”.

Segue un lungo elenco del colore e delle macchie delle lingue, che fa impressione e la evito perché fa impressione. Ecco, invece, la parte conclusiva dell’articolo del The Guardian, che suona purtroppo come un ammonimento da ricordare: ” ”Purtroppo spesso trascuriamo la lingua”, dice Scannapieco, anche se non serve molto per tenerla pulita. Una buona igiene orale di solito è sufficiente, dice Lim. Secondo le raccomandazioni dell’American dentist association, bisognerebbe lavare i denti con un dentifricio al fluoro per almeno due minuti, due volte al giorno.Si può usare un raschietto (di gomma o lo stesso spazzolino), ma senza esagerare. “Se la strofiniamo con troppa forza, può diventare molto rossa o bianca perché le papille si dilatano”, dice Lim. Se si sceglie comunque di usare un raschietto bisogna leggere le istruzioni e non esercitare troppa pressione. È un modo per tenere sotto controllo la nostra vita, o perlomeno la nostra bocca”.

Ci mancava anche questa accortezza.