Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
19 ago 2025

Baudo e la TV del passato

di Luciano Caveri

Ogni tanto mi figuro che cosa sarebbe stata la mia vita se, al posto di imboccare inopinatamente la carriera politica, avessi continuato senza questa digressione così lunga il mio lavoro di giornalista radiotelevisivo.

Esercizio ozioso di certo, più un gioco che un quadro realistico, visto che qualunque sviluppo immaginato sarebbe null’altro che una fantasia.

Per altro, mentre la radio in sostanza non è diametralmente cambiata, se non ovviamente con l’ormai datata fine del monopolio RAI e l’avvento della radiofonia privata e gli ascolti sul Web (podcast compresi), la Televisione è esplosa verso mille direzioni con canali infiniti, piattaforme ricchissime di contenuti e integrazione crescente con la Rete.

Ci pensavo per la morte di Pippo Baudo, presentatore eclettico, che è mancato proprio in questi giorni. In particolare ho visto i puzzle di Blob, la longeva (fin troppo…) trasmissione di Rai 3, che ha presentato con cura i diversi volti del celebre personaggio, che ha attraversato tutte le ere della Televisione dagli esordi sino a pochi anni fa.

Forse l’immagine più suggestiva, tratta da un vecchio varietà del sabato sera in bianco e nero, in cui si esibivano – con grande leggerezza e ironia – quattro mostri sacri: Baudo, appunto, assieme a Mike Bongiorno, Corrado e Enzo Tortora. Personalità assai diverse, con destini diversi, ma che hanno fatto parte della vita di molte generazioni. Ho conosciuto di persona solo Bongiorno, ma gli altri tre erano figure, per così dire, familiari.

Difficile spiegare quanto nella formazione di certe generazioni abbia pesato la Televisione sia nell’epoca della RAI solitaria, sia nell’incredibile stagione delle televisioni private. Ho avuto il privilegio di vivere queste stagioni come telespettatore sin da piccolo e poi vivere dall’interno quanto avvenuto.

Se il Web oggi, nella varietà dei suoi usi, colpisce profondamente le nostre abitudini e il nostro modo di essere, tra l’altro con continue novità, la Televisione ha marcato ancora più in profondità con cambio di abitudini e profonda incidenza su costumi e cultura.

Tuttavia, Baudo era in sostanza un sopravvissuto, he meglio di altri  almeno sino a una ventina di anni fa, era stato ancora in grado di annusare l’aria, di capire i cambiamenti, di restare un caposaldo della RAI con unfugace e infelice passaggio alla corte di Berlusconi.

Ha scritto bene Alessandra Comazzi su La Stampa: “Ora, è difficile pensare a presentatori giovani, semplicemente perché quel ruolo lì, che era il ruolo dell’intermediazione spettacolare per eccellenza, se ne è andato via come i sindacati, come la politica, come tutte le altre intermediazioni novecentesche.

Adesso i programmi sono a guida autonoma, non esiste più il lavoro inteso come un insieme dove regia, montaggio, costumi, scene, tutto alla fine fa condurre il conduttore. Come quando a teatro si rompe la quarta parete e l’attore parla direttamente al pubblico: succede questo alle trasmissioni, e così «Temptation Island» basta a séstessa.

E la grande invenzione la fecero gli olandesi nel 2000 con il Grande fratello, a sua volta figlio delle varie «candid camera» e dell’italiano Specchio segreto di Nanni Loy”.

Osservazioni, quelle della giornalista, che non tutti forse capiscono, perché srotola in poche frasi i cambiamenti della Televisione.

Quel che è certo è che assistiamo, anche con la scomparsa fisica di molti protagonisti cui siamo stati collettivamente affezionati, latelevisione generalista, cioè reti televisive che si rivolge a un pubblico il più ampio e variegato possibile, senza distinzioni specifiche di sesso, età, interessi o livello socio-culturale.

Questo significa una programmazione (palinsesto in gergoo), chespazia tra una vasta gamma di generi, includendo telegiornali, programmi di intrattenimento, talk show, fiction, film, documentari, sport e programmi per bambini. L'obiettivo è offrire qualcosa per tutti, in modo da attirare un'audience di massa.

Oggi la TV, tranne per chi è rimasto ancora al passato che sta fugacemente tramontando, la TV spazia con molte altre modalità e contenuti, come accennavo in premessa. Ricordare la figura di Baudo è insomma un omaggio al “come eravamo”.