Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
11 set 2025

Piovono Ministri ed è goga migoga

di Luciano Caveri

Mancano poco più di una manciata di giorni alle elezioni regionali e comunali in Valle d’Aosta e piovono Ministri e Sottosegretari di diversi partiti.

Niente di nuovo sotto il sole: in odore di urne anche autorevoli personalità italiane scoprono che esiste la nostra Valle e arrivano, più o meno alfabetizzate, sui temi più importanti. Il loro Verbo serve o dovrebbe servire a spiegare ai valdostani quale sarà il loro radioso destino. Sempre che si affidino, beninteso, a partiti…d’importazione e non a quel ferrovecchio dell’Union Valdôtaine.

Ora, le elezioni sono libere e, come tali, ci possono partecipare esponenti che si richiamino a chissà cosa, vengano da chissà dove e si rivolgano a chissà chi. Fa, invece, venire l’amaro in bocca chi viene per promettere quanto è impossibile, portando in dote molto argomenti da libro dei sogni con intenti ingannevoli.

Esiste questa espressione “goga migoga”, spesso usata per descrivere situazioni, discorsi o meccanismi che sembrano intricati o poco chiari.

Per vostra curiosità il termine deriva da Gog e Magog, due figure citate nella Bibbia (Ezechiele e Apocalisse) come popoli feroci e distruttivi, spesso associati a scenari apocalittici. Nell’immaginario medievale, Gog e Magog rappresentavano le orde barbariche (Unni, Tartari, Mongoli) che devastavano le civiltà.

Oggi, “goga migoga” può essere usata in senso ironico o critico, per descrivere comportamenti disordinati, confusionari o eccessivi. In alcuni contesti, è anche una critica esistenziale: vivere come una “cicala” invece che come una “formica”, cioè senza pensare alle conseguenze.

Le cicale che vengono dall’esterno promettono “alberi della Cuccagna”, un “Paese dei balocchi” con sconcertante superficialità e prendendo, con certe affermazioni, i valdostani per dei cretini. Come se bastasse poco per conquistarne la fiducia e il voto.

Sarà pure un copione già noto, sin dal dopoguerra ad oggi, ma che finisce per avere aspetti grotteschi di un evidente “mordi e fuggi”.

Sia chiaro che i partiti autonomisti non vivono chiusi nelle loro mura. Essenziale è saper dialogare con l’esterno ed è un lavoro che ho sempre svolto con rispetto e impegno con vari Governi italiani di tutti i colori e con esponenti comunitari di tutte le bandiere.

Ma non è sopportabile la presunzione e l’arroganza di chi paracadutato per poche ore in Valle sembra considerare la politica valdostana come terra di conquista e l’area autonomista come poca cosa, oggetto di scarsa considerazione, se non di derisione.

E’ un atteggiamento che disturba e persino offende e che finisce per essere irrispettoso della storia valdostana, la cui particolarità deve essere oggetto di attenzione e considerazione.

Oggi si usa un termine inglese “policy”, che vuol dire un insieme di regole che dovrebbero regolare anche la…Politica. Invece l’impressione è che alcuni, verso la Valle, abbiano logiche che sfiorano il colonialismo e le sue storture e che in fondo ci considerino facile preda di chissà quali meravigliose promesse per impressionare gli elettori considerati facili da impressionare.

Che tristezza…