Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
25 nov 2025

Cattiveria e stupidità: strana coppia

di Luciano Caveri

Capitano episodi nel corso della vita che ti portano a chiederti quale legame ci sia tra cattiveria e stupidità. C’è chi nega la circostanza e chi, invece, vede qualche intreccio.

Per stupidità si intendono, in termini generali, le difficoltà che possono manifestarsi in una persona nel comprendere le conseguenze delle proprie azioni, cui si sommano l’incapacità di ragionare bene e pure la scarsa competenza. La cattiveria è intesa, a sua volta, come la volontà di fare del male o di agire senza empatia, anche quando se ne comprendono le conseguenze.

Si sa bene che una persona può essere cattiva ma molto intelligente, oppure stupida ma in buona fede. Tanto per creare un po’ di confusione.

Alcuni esperti - che siano psicologi o filosofi - ammettono che la stupidità può rendere più facile la cattiveria Facile aggiungere che se non si capiscono gli effetti delle proprie azioni o non si è capaci di mettersi nei panni degli altri, allora finisce per essere semplice fare del male senza rendersene conto.

Resta inteso che la cattiveria può in qualche modo simulare la stupidità. Comportamenti crudeli o irrazionali, possono dall’esterno far apparire un cattivo come stupido per mancanza di lungimiranza, capacità di rovinare le relazioni e crea inutilmente caos anche a proprio danno.

Il drammaturgo svizzero Friedrich Dürrenmatt ((1921-1990) e Hannah Arendt (1906-1975) mostrano come nelle strutture autoritarie la “banalità del male” nasce spesso da persone mediocri, che non sono necessariamente sadiche ma obbediscono senza pensare: una forma di stupidità morale, che fa danni. Per Arendt, il male non è necessariamente "demoniaco" o motivato da una profonda malvagità ideologica. Al contrario, può manifestarsi attraverso la mancanza di pensiero e l'obbedienza passiva.

Dürrenmatt mostra, in modo in fondo complementare, come il male possa essere accettato da persone normali, quando i principi morali vengono messi all'asta.

Ma vale ricordare l’apice dei ragionamenti dello storico Carlo M. Cipolla(1922-2000), quando scriveva che il “vero stupido” causa danni agli altri senza trarne alcun vantaggio, e per questo può essere più distruttivo di un malvagio strategico. Insomma: la mancanza di comprensione, riflessione o empatia spesso favorisce comportamenti dannosi, e quindi la stupidità può alimentare la cattiveria. Così come la cattiveria può apparire stupida perché spesso è corta di vedute e autodistruttiva.

Cipolla ha sintetizzato tutto ne “Le leggi fondamentali della stupidità umana”, che risale al 1976 e divenne famoso negli anni successivi.

A lui si devono 5 leggi: Legge 1 «Sempre e inevitabilmente ognuno sottostima il numero di stupidi in circolazione».

Legge 2 «La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica di quella persona».

Legge 3 «Una persona stupida è chi, in qualsiasi contesto, causa una perdita a un altro o agli altri mentre non trae alcun vantaggio e può anche subire una perdita».

Legge 4 «Le persone non stupide sottostimano sempre il potere distruttivo degli stupidi».

Legge 5 «Una persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista».

Per riassumere: Cipolla riesce a trasformare un’intuizione pratica — «la stupidità esiste ed è pericolosa» — in un apparato concettuale semplice ma potente, che resta attuale e chiude, in sostanza, il mio ragionamento.

Ognuno di noi ha naturalmente le sue esperienze e può riempire di contenuti sia la stupidità che la cattiveria e dare facilmente un volto alla miseria di chi le adopera in un mix davvero micidiale.