Sergio Marchionne è stato intervistato da Fabio Fazio su "Rai3" ed è lì che ha pronunciato la frase, che ha fatto arrabbiare molto, sulla mancanza di redditività degli stabilimenti italiani. La politica si è divisa fra pro e contro: io ho seguito l'intervista e mi sono formato l'opinione che Marchionne abbia semplicemente detto quel che pensa. E in un mondo in cui tutti cercano di essere "piaciosi" - e per far questo privilegiano la bugia come metodo d'approccio per riuscirci - avere uno che dice una "sua" verità scomoda è da rispettare. Tutto sommato questo è utile anche per chi la pensa diversamente. "Fiat" si è internazionalizzata e, come ho già avuto modo di scrivere, spetterebbe ai nostri parlamentari europei far pesare il fatto che una parte rimarchevole venga da uno stabilimento in Serbia che gode di finanziamenti comunitari. C'è qualche cosa di "tafazziano" in questa scelta di dare soldi in una logica di preadesione e trovarsi con una mossa controproducente per l'industria europea. Se qualcosa di debole ho trovato nell'intervista di Marchionne è stata la guasconata sui "modelli" di auto che "Fiat" ha in casa: il manager ha risposto che ce ne sono tantissimi pronti. Sarebbe bene che qualcosa venisse messo sul mercato.