Caro Alexis, visto che l'Agenzia delle Entrate, come racconto in un post, ti ha scritto per comunicarti il tuo codice fiscale, ho pensato che non sarebbe stato male che tuo papà ti scrivesse a pochi giorni dal tuo arrivo e giuro che eviterò il rischio della retorica melensa che circonda i neonati. Ciò non significa affatto che io non sia ancora pieno di emozione, come è giusto che sia. La nascita, anche se da un po' di tempo le biotecnologie ne stanno lentamente limitando la poesia, resta un evento straordinario e ho avuto il privilegio di viverlo per te come già per i tuoi fratelli.
Un giorno vedrai anche le fotografie che ti ho scattato quando ti hanno medicato per la prima volta l’ombelico e ti hanno fatto il primo bagnetto. Che tu fossi molto contento non sarebbe raccontare la verità: le tue prime urla erano segno evidente che l’arrivo in questo mondo, dopo il calore e il conforto del ventre materno, non è stato molto gradevole. Capisco che non puoi ancora leggere quel che ti scrivo: ci vorrà qualche annetto perché tu abbia la competenza per farlo, ma - senza offesa per le tue doti - ci vorrà molto di più per avere consapevolezza di questo "messaggio in bottiglia" che ti arriverà dal passato, perché penso che la descrizione della paternità sia difficile da capire sino a quando non ci si trovi a viverla. Spero di poterti accompagnare nella vita per molti anni e dunque sarà la tua esistenza grazie anche a tua mamma, ai tuoi fratelli e a tutti quelli che ti vogliono o ti vorranno bene, a riempirsi cose. Questo sarà il tuo bagaglio culturale, fatto di affetti, scoperte, studi, esperienze, che si sommerà a quello che è già dentro di te, nel tuo cervello e nel tuo corpo, grazie al patrimonio genetico dei tuoi genitori e dei tuoi avi. Un grande poeta e cantante Jacques Brel ha scritto: "Un enfant c'est le dernier poète d'un monde qui s'entête à vouloir devenir grand". La tua nascita, frutto per me di un'età matura, serve anche a vedere il mondo attraverso i tuoi occhi e – mi auguro - con lo stupore delle tue scoperte, in modo meno cinico di quanto uno rischi di fare quando gli anni trascorsi ti dotano di una robusta corazza, che spesso è fatta anche di disillusioni. Un figlio è come una luce che ti illumina l'esistenza e che si aggiunge alla straordinaria solarità dei miei due adolescenti che somigliano a quegli uccellini che iniziano a spiccare il volo dal proprio nido.