Mi ha sempre fatto sorridere la querelle fra favorevoli e contrari all'ora legale che, come avvenuto nelle prime ore notturne di oggi, ha spostato le lancette avanti di un'ora, "allungando" la giornata alla sera con la luce che resta più tempo, prima del buio. E' sempre esistita, infatti, una pervicace ma combattiva minoranza che si lamentava di questa scelta, sostenendo che si trattasse di una violazione dei ritmi naturali, raccontando anche di malesseri e fastidì conseguenti. Personalmente milito per l'ora legale, che consente a fine giornata di godere di più tempo diurno, specie in vacanza d'estate. Si tratta di una vecchia storia questa dell'ora legale. La prima teoria in merito risale addirittura al Settecento. L'americano Benjamin Franklin (l'inventore del parafulmine) capì che facendo adattare l'orario ai cambiamenti della luce, durante l'estate si sarebbe risparmiato molto, in energia destinata all'illuminazione. Lo fece in realtà nel 1784 con una lettera satirica pubblicata su un giornale di Parigi, nella quale suggeriva scherzosamente ai parigini di alzarsi più presto al mattino per sfruttare la luce solare e risparmiare sul costo delle candele.
In Italia l'ora legale venne introdotta per la prima volta nel 1916. L'Unione Europea nel 2001 ha stabilito che in ciascuno Stato membro il periodo dell'ora legale ha inizio alle ore una del mattino, ora universale, dell'ultima domenica di marzo e termina alle ore una del mattino, ora universale, dell'ultima domenica di ottobre. In Italia significa regolare l'orologio alle due del mattino e portarlo a segnare le tre. Ora si è in una fase di transizione, che dovrebbe risolversi a breve. Tra luglio e agosto 2018 la Commissione Europea indisse un sondaggio chiedendo ai cittadini dell'Unione europea se volessero o no tenersi l'ora legale. A tale quesito risposero più di 4,6 milioni di persone - un vero record - l'84 per cento delle quali chiedeva che il cambio dell'ora venisse abolito, mantenendo solo l'orario naturale (quindi l'ora solare). Il motivo della richiesta sta nel fatto che, mentre nei Paesi del sud, come l'Italia, l'ora legale allunga effettivamente le giornate, al Nord, dove le giornate sono d'estate più lunghe, non cambia molto. Anzi, si segnalano disturbi, come la riduzione delle ore di sonno, mai dimostrati scientificamente. Il 26 marzo 2019 però il Parlamento Europeo decise che il cambio dell'ora sarebbe stato abolito dopo il 2021. Dal 2022 dunque, ogni singolo Paese dovrà scegliere definitivamente se mantenere tutto l'anno l'ora legale o quella solare: chi deciderà di mantenere l'ora legale dovrà regolare gli orologi per l'ultima volta l'ultima domenica di marzo 2021, mentre coloro che opteranno per l'ora solare regoleranno gli orologi per l'ultima volta l'ultima domenica di ottobre 2021. Nel mese di giugno dello scorso anno, il governo Conte ha depositato a Bruxelles richiesta formale di mantenimento della situazione attuale, quindi senza optare per l'uno o per l'altro. Soluzione ponziopilatesca che però ha un fondo di buonsenso. Come riporta il "Corriere della Sera", sono tre i motivi che hanno spinto ad esprimere questa posizione. Il primo, si legge nel documento, è «la mancanza di una valutazione d'impatto dalla quale si possa evincere, in modo esaustivo, il quadro dei vantaggi e degli svantaggi». Non ci sono prove scientifiche, cioè, che quei due piccoli cambiamenti di fuso orario possano davvero danneggiare l'equilibrio psicofisico. La seconda perplessità è quella più importante, perché si parla di soldi: grazie all'ora legale, che per sei mesi l'anno ci consente di accendere le luci un'ora dopo, l'Italia e gli italiani risparmiano un bel gruzzoletto. Al documento depositato a Bruxelles il governo ne ha allegato un altro, preparato da "Terna", il gestore dei tralicci dell'alta tensione, che quantifica questo risparmio in cento milioni di euro l'anno. C'è poi un terzo dubbio sulla richiesta di Bruxelles: la possibilità che «le singole scelte degli Stati membri possano creare un mosaico di fusi orari, con il rischio di non garantire il corretto funzionamento del mercato interno». Si vorrebbe fare ordine, ma c'è il rischio di aumentare il caos. Per questo l'invito dell'Unione europea potrebbe non rispettare «i principi di proporzionalità e sussidiarietà». Nei prossimi mesi, Bruxelles avvierà la discussione sull'ora legale nelle sedi del Parlamento e dalla Commissione europea. Lo scontro sarà, come già accennavo, fra i Paesi del Nord Europa si dicono contrari all'ora legale perché da loro d'estate fa buio più tardi e non hanno necessità di spostare in avanti le lancette per risparmiare sui consumi energetici e Paesi del Sud, come l'Italia, che sostengono il mantenimento del cambio ora legale/ora solare perché consente di guadagnare un'ora di luce in estate e ce ne fa recuperare un'altra nelle mattinate invernali. Per noi al confine con la Francia, che ha optato con una consultazione popolare on line per l'ora legale, esiste il rischio che d'inverno ci sia nel periodo ora occupato dall'ora solare un'ora di differenza! Sarebbe un bel pasticcio. Sul lato svizzero per ora nessuna decisione: seguono gli eventi e nel frattempo un referendum sul mantenimento dell'ora solare tutto l'anno non ha raggiunto le firme necessarie.