Seguo con assiduità e talvolta lo riporto qui quanto scrive Le Grand Continent, rivista nata a Parigi nel 2019 e da allora allargatasi ad altri Paesi e ad altri settori nel quadro della geopolitica, che vede come direttore il valdostano Gilles Gressani. So che sembra strano che di tanto in tanto mi occupi qui, nel mio piccolo Blog, di politica internazionale. Credo che avere un contesto vasto sia assolutamente necessario anche per chi fa politica in Valle d’Aosta e non deve mai chiudersi nella conoscenza al di dentro del cerchio delle nostre montagne. Mese dopo mese, le Grand Continent presenta nella sua recente rubrica del lunedì una retrospettiva dell’anno che ci sta lasciando e che offro, con qualche sintesi a voi lettori. Gennaio 2022 inizia con un interrogativo che tutti ci siamo posti o ci stiamo ponendo: “La pandemia è… finita? L'ondata omicron in Europa è stata associata a una contagiosità molto elevata ma a una letalità inferiore rispetto alle precedenti, con la fine del lockdown e la normalizzazione del virus. Tuttavia, l'idea di una "fine del Covid" è del tutto imprevedibile e anche fuorviante”. Come caso di scuola, per la sua originalità è la crisi cinese, catalogata come il caso marcante: “La Cina ha proseguito con la sua strategia "zero covid" per tutto il 2022, facendo sprofondare città ed edifici nell'autarchia. In autunno, massicce proteste hanno portato alla riapertura, prefigurando una catastrofe sanitaria in una popolazione scarsamente vaccinata”. Vedremo gli sviluppi. Il mese successivo non consente x una scelta: “Il 24 febbraio, la Russia ha lanciato l'invasione militare dell'Ucraina, riportando la guerra in Europa e cambiando il corso del 2022. Tra i timori iniziali di una rapida invasione, la resistenza e la controffensiva ucraina, e ora l'intensificazione dei bombardamenti russi alla fine dell'anno, la "lunga guerra in Ucraina" è sia totale che limitata”. Giusta considerazione, essendo questa aggressione russa elemento destabilizzante per il mondo, pur apparendo - ripeto, apparendo - in qualche modo circoscritta. Ulteriore commento: “Bilancio al momento. In totale, dal 24 febbraio, la guerra in Ucraina ha causato più di 6800 morti tra i civili del Paese e il ferimento di più di 10000 civili. Alla fine di dicembre, c'erano quasi 8 milioni di rifugiati ucraini in Europa, con la Polonia come principale paese ospitante. Il costo della ricostruzione del Paese è stato stimato a 500-600 miliardi di euro dalla Banca Mondiale alla fine dell'anno”. Una follia innescata da Putin, dittatore ormai fuori controllo e che purtroppo impugna armi nucleari. In qualche modo collegata la scelta per il mese di Marzo, che ricorda - per chi la conosca - la vecchia storia dell’esercito europea attraverso una strategia dell’Unione dal nome singolare. Così le Grand Continent: “La Bussola è un "piano d'azione ambizioso per rafforzare la politica di sicurezza e di difesa dell'Unione entro il 2030". Per l'HRVP Borrell, "se vogliamo evitare di essere spettatori in un mondo modellato da e per gli altri, dobbiamo agire - insieme. Ricordo, fuor di acronimo, che Josep Borrell è Alto Rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza. Così con maggior dettaglio: “La Bussola consiste, in particolare, in una significativa capacità di dispiegamento rapido dell'Unione (fino a 5.000 uomini), in un rafforzamento della sicurezza informatica e dell'intelligence, in un aumento considerevole della spesa per la difesa e in una forte cooperazione con i partner”. Aprile è in chiaroscuro: “All'inizio di aprile, mentre in Francia veniva rieletto il presidente Macron, le elezioni parlamentari ungheresi hanno confermato la leadership di Orban e del suo partito, Fidesz”. Un antieuropeista folorusso - fatemelo dire - significativo dei rischi che corrono nel campo democratico Paesi dell’Est e Centro Europa. Aggiunge il commento: “Questa clamorosa vittoria ha permesso a Orban di perseguire una strategia che mina lo Stato di diritto e si oppone apertamente alla Commissione e ai valori dell'Unione. L'Ungheria ha cercato di aumentare le forniture di gas russo al proprio Paese e ha criticato le strategie energetiche di molti Paesi, tra cui la Germania. L'Ungheria si è a lungo opposta all'imposta minima sulle società del 15% fino alla fine dell'anno, così come al nono pacchetto di sanzioni, cercando di sfruttare i fondi UE che la Commissione le sta negando”. Vedremo l’uscita dall’Unione di Paesi come l’Ungheria? Maggio segnala una emergenza: “A metà maggio, la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha presentato il piano REPowerEU per affrontare la crisi energetica e ambientale. 4 direttrici: "risparmiare energia, diversificare l'approvvigionamento, sostituire rapidamente i combustibili fossili con le energie rinnovabili e combinare investimenti e riforme intelligenti". Entro il 2027 saranno necessari investimenti per un totale di 210 miliardi di euro”. Più contraddittoria a mio avviso la politica per far fronte alle emergenze in questo inverno senso di preoccupazioni sotto il profilo energetico. Giugno conferma, tuttavia che l’Europa e l’Occidente non si fermano. Anzitutto: “Nel contesto di guerra, alla Moldavia e all'Ucraina è stato concesso lo status di candidato ufficiale all'Unione (ma non alla Georgia). A dicembre si è aggiunta la Bosnia-Erzegovina”. Sul fronte NATO: “Allo storico vertice NATO di Madrid, alla fine di giugno, gli alleati hanno firmato i protocolli di adesione per la Finlandia e la Svezia, nonostante le tensioni con l'Ungheria e soprattutto con la Turchia. Il rafforzamento della sicurezza nei Paesi scandinavi ha interessato anche i danesi, che all'inizio di giugno hanno votato massicciamente a favore della partecipazione del Paese alla Politica di sicurezza e su sicurezza comune”. Luglio pesa sempre più sulle nostre tasche. Così il Grand Continent: “La in Ucraina ha contribuito a prolungare l'ondata inflazionistica che colpisce l’Europa dall’estate del 2021. A luglio, per la prima volta in 11 anni, la Banca Centrale Europea ha aumentato i tassi di interesse di riferimento di 0,5 punti base. A seguito del calo dei prezzi dell'energia rispetto ai livelli storici di quest'estate, i prezzi sono scesi nell'eurozona a novembre per la prima volta in 17 mesi”. E ancora: “Per contrastare l'aumento dei prezzi, le banche centrali delle principali economie si sono impegnate in una corsa al rialzo dei tassi di interesse quest'anno. Dall'inizio dell'anno, la Federal Reserve statunitense ha effettuato sette rialzi consecutivi dei tassi”. Agosto è risultato esemplare per il riscaldamento climatico, che a noi valdostani appariva già chiaro con un precedente inverno siccitoso e senza neve: “L'estate del 2022 è stata una delle più calde mai registrate dalla NASA dalla fine del XIX secolo. Oltre al caldo record, sono stati osservati eventi climatici e meteorologici estremi in tutta la Terra. La Cina ha sperimentato un'ondata di calore che è durata più di 70 giorni, mentre il Mediterraneo ha vissuto la prima ondata di calore marino estremo della storia recente. In Pakistan, le temperature hanno raggiunto i 50°C a maggio”. Altro elemento da noi ben notato: “Le conseguenze dirette di questi fenomeni si ripercuotono anche sulle infrastrutture. A causa dell'abbassamento dei livelli d'acqua, quest'estate la produzione di energia idroelettrica globale è stata fortemente compromessa in tutto il mondo”. Settembre porta con sé l’affermarsi della Destra in Europa: “A settembre, due eventi elettorali hanno segnato una svolta storica per la destra e l'estrema destra in Europa. In Svezia, l'estrema destra ha raggiunto il suo massimo storico (20,6% alle elezioni parlamentari dell'11 settembre) con l'ascesa dei Democratici di Svezia, guidati da Jimmie Åkesson. Il cosiddetto "accordo di Tidö" sancisce l'ingresso di un partito nazionalista con aspirazioni populiste nella coalizione di governo Due settimane dopo, la cosiddetta coalizione di "centrodestra" ha vinto le elezioni parlamentari italiane, portando Giorgia Meloni a Palazzo Chigi”. I sondaggi dimostrano che il Premier, come lei vuol farsi chiamare al maschile, per ora tiene rispetto all’opinione pubblica. Vedremo. Ottobre è dominato dalla Cina “Cinque anni dopo il 19° Congresso, che ha segnato la fine del primo mandato di Xi Jinping, il Congresso del PCC tenutosi a ottobre è stato il principale evento della vita politica cinese.Nonostante sia stato programmatissimo e discusso a lungo, il 20° Congresso del Partito Comunista Cinese è riuscito a sorprendere. L'ex presidente Hu Jintao (2003-2013) è stato allontanato, mentre sono state apportate importanti modifiche alla Carta del Partito. Novembre è legato agli Stati Uniti e al mancato successo dei Repubblicani: “Nonostante l'annuncio di un'"onda rossa", i democratici sono riusciti a mantenere il controllo del Senato degli Stati Uniti nelle elezioni di novembre. La perdita del controllo della Camera dei Rappresentanti - di soli 9 seggi - era stata prevista da diversi mesi”. Infine Dicembre che sta per finire: “Sebbene ci sia stata incertezza fino all'ultimo minuto, Volodymyr Zelensky si è finalmente recato a Washington mercoledì 21 dicembre. È stato il primo viaggio internazionale del presidente ucraino dall'inizio della guerra, quasi un anno fa. Passando una bandiera consegnata dai soldati in prima linea al Senato degli Stati Uniti, Zelensky è venuto a chiedere che gli Stati Uniti continuino a sostenerlo nonostante la conquista della Camera da parte dei repubblicani a partire da gennaio”. Così sarà e vedremo cosa ci aspetta - e non nascondo qualche inquietudine - nel 2023.