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05 mar 2024

Ma che bel castello

di Luciano Caveri

Sono cresciuto a Verrès, paese della Bassa Valle d’Aosta, che è dominato dal castello degli Challant, in realtà una vera e propria fortezza. Sul sito del Cammino Balteo, che passa di lì, c’è una bella scheda di sintesi sul maniero, oggi di proprietà regionale.

Ecco il testo: “Il castello è citato per la prima volta nel 1287 come proprietà dei signori De Verretio. Un’iscrizione scolpita in caratteri gotici attesta che fu Ibleto di Challant nel 1390 a porre mano ai lavori che fecero assumere all’edificio l’aspetto attuale. Nel 1536 Renato di Challant rinnovò l’apparato difensivo del maniero, adattandolo all’uso delle moderne armi da fuoco. In questa occasione venne costruita una cinta muraria munita di cannoniere, di speroni a contrafforte e di torrette poligonali da offesa, idonei all’impiego delle spingarde e dei cannoni fusi nel feudo che il conte di Challant possedeva a Valangin, in Svizzera; l’ingresso fu reso più sicuro mediante la realizzazione dell’antiporta con il ponte levatoio e l’apertura di feritoie. Si provvide inoltre ad aprire nuove finestre a crociera, in aggiunta a quelle a tipo gotico a monofora e a bifora già esistenti, e nuove porte ad arco moresco, di evidente influsso spagnolo; gli interni furono arricchiti con nuovi arredi. Alla morte di Renato di Challant (1565) senza eredi di sesso maschile, il castello venne incamerato dai Savoia. Nel 1661 il duca Carlo Emanuele II ordinò di smantellare gli armamenti e di trasferirli al forte di Bard, punto strategico dove si concentrava la difesa della Valle d’Aosta. Gli Challant riottennero il possesso della rocca nel 1696 e lo mantennero fino all’estinzione della casata, ai primi del XIX secolo. A quell’epoca il castello era abbandonato da quasi due secoli: il tetto, già in parte crollato, era stato demolito del tutto per evitare il pagamento del canone erariale, così che i piani superiori erano esposti alle intemperie e invasi dalle erbacce. Il salvataggio di questo castello, come per quelli di Issogne e di Fénis, si deve all’interesse di un gruppo di intellettuali piemontesi accomunati dalla passione per il Medioevo".

Oltre ad essere utilizzato dal dopoguerra come sede del celebre Carnevale storico che è partecipato come null’altro dalla popolazione, il castello ha nel tempo ospitato mostre ed incontri un po’ a scemare ed è stato sottoposto a opere di consolidamento, come il rifacimento del tetto e di conseguenza del sottotetto, ma anche con un riscaldamento che consente in ampie zone un utilizzo non solo stagionale. Resta, pesante come un macigno, la difficoltà di accesso, che avviene ora con un ampio sentiero ben attrezzato, ma che rende - perché si inerpica e con pavimentazione sdrucciolevole - non facile giungere sino alla porta di entrata del castello. Questo limita molto l’attrattività e non a caso nel Forte di Bard è stato a suo tempo realizzato un sistema di ascensori per arrivare in cima alla fortezza e l’analogia non sfugge.

Una ventina di anni fa, quando già mi occupavo di fondi comunitari, venne effettuato uno studio per un ascensore e un montacarichi in partenza dal borgo del paese che, attraverso la roccia, raggiungesse il castello. Progetto che si fermò prima della fase realizzativa per un inusuale e temo pilotato passo indietro degli amministratori comunali dell’epoca.

Ora, d’intesa con l’Assessore titolare dei castelli, Jean-Pierre Guichardaz e del collega del Turismo, Giulio Grosjacques, siamo tornati, con un accordo senza se e senza ma da parte del Comune, all’attacco della rocca e del suo castello e non è solo un motivo affettivo campanilistico, ma una spinta ad un utilizzo rinnovato di uno straordinario manufatto storico, che rischiava di essere emarginato nel complesso lavoro di valorizzazione dei castelli valdostani che arricchiscono la Regione e la rendono così unica nel contesto alpino. Questa la scheda tecnica della delibera assunta in queste ore dal Governo regionale: “L’approvazione di questa progettualità nell’ambito del Programma regionale Valle d’Aosta FESR 2021-2027, a valere sulla priorità 5 relativa a cultura e turismo dell’Op 4, si pone l’obiettivo di rigenerare e valorizzare dei luoghi della cultura e del patrimonio storico siti nel Comune di Verrès con il coinvolgimento attivo e partecipato delle comunità locali, attraverso investimenti finalizzati all’accessibilità, al recupero e alla fruibilità della zona. Una migliore valorizzazione economica e turistica di questa realtà consentirà inoltre di sviluppare iniziative di partecipazione e inclusione sociale, anche in complementarietà con le misure sostenute dal fondo FSE+. Congiuntamente con il Dipartimento Soprintendenza per i beni e le attività culturali si è concordato pertanto sulla necessità dell’operazione al fine di rendere più agevole la fruibilità, anche da parte di una più ampia gamma di utenza, e la valorizzazione di un bene che si inserisce nel contesto dell’Area Interna Bassa Valle che, sulla base dell’analisi di contesto elaborata ai fini della selezione delle Aree interne valdostane per il periodo 2021-27, è risultata essere la realtà più fragile della Regione in relazione agli indicatori demografici, economico-sociali ed ambientali analizzati. Nel 2008, nell’ambito del progetto “RITT - réseaux d’itinéraires touristiques transfrontaliers” a valere sul Programma Interreg III ALCOTRA Italia-Francia, erano stati commissionati due studi di fattibilità allo scopo di valorizzare l’area di Verrès. Uno era volto alla riqualificazione dei percorsi turistici nel borgo comunale e l’altro era relativo alla verifica della possibilità di creare un collegamento verticale al castello per il superamento del dislivello di quaranta metri. Considerato che tali valutazioni preliminari risultano ormai datate, è stato ritenuto necessario, ripartendo dagli esiti di tali studi, elaborare delle alternative progettuali che permettano di verificare la bontà della proposta in rapporto ai costi-benefici, all’impatto sul territorio e ai ritorni economici e di inclusione. Sulla base delle risultanze del documento di fattibilità delle alternative progettuali che viene finanziato nell’ambito di questo progetto, e che sarà predisposto da un soggetto esterno specializzato, si approfondiranno pertanto le possibili soluzioni che saranno ritenute più efficienti ed efficaci”.

Vedremo, fatta questa prima tappa, di non perdere tempo!